BRINDISI– Edipower rompe il silenzio, rassicurando sindacalisti e lavoratori. Il piano industriale per evitare lo smantellamento della centrale termoelettrica a Nord id Brindisi esiste e la società lo mette a disposizione di tutti.
Entro il 13 settembre, data in cui decadrà l’autorizzazzione di impatto ambientale rilasciata alla centrale dal Ministero, verranno ultimate tutte le pratiche necessarie da inviare ai vari enti coinvolti nel progetto, per avviare così, definitivamente, l’iter previsto dalla normativa. Una soluzione all’immobilità della centrale, che da tempo spaventa sindacalisti e dipendenti, dunque c’è e prevede un dimezzamento dell’uso del carbone e delle emissioni in atmosfera, ad impatto ambientale tollerabile, conseguenza di ciò una riduzione sostanziale anche della produzione che passerebbe dai 640 mw ai 300.
La reale novità, sembrerebbe innovativa, sta nell’introduzione, in co-combustione, di un combustibile alternativo rinnovabile che, così facendo, permetterebbe un ulteriore abbassamento dei valori delle emissioni rispetto a quanto si potrebbe avere dal solo utilizzo di combustibili fossili.
L’accurato sistema di ricezione e di stoccaggio del nuovo combustibile, fa sapere la società, assieme al sistema di trattamento delle ceneri pesanti, integrerà un nuovo piano amministrativo teso a rendere più vivibile la centrale. Sviluppo e salute ambientale, quindi, potrebbero far avvicinare la grande industria ai bisogni, un po’ più umani, della città e dei lavoratori.Sulle carta, insomma, le premesse sembrano soddisfare proprio quei principi più volte al centro del dibattito con gli ambientalisti e le istituzioni.
In primis, del sindaco di Brindisi Mimmo Consales, che davanti alle promesse fatte da A2A si è sempre mostrato titubante. Alla società milanese, ovviamente, l’onere della prova.