Politica

Riforma assetti territoriali, nuovo vertice al Ministero. Pagliaro: “Una rivoluzione. Un altro passo verso il Neo-Regionalismo”

ROMA- Si è tenuta questa mattina, presso il Ministero agli Affari Regionali, la riunione del tavolo di lavoro per la riforma istituzionale e territoriale. Hanno partecipato, il sottosegretario Walter Ferrazza, il consigliere con delega alle riforme al regionalismo Paolo Pagliaro, il coordinatore nazionale del Mir Gerardo Meridio, il presidente della Società Geografica Italiana Sergio Conti ed il già presidente della Sgi Franco Salvatori, i costituzionalisti Alessandro Candido e Paolo Maci, gli urbanisti Roberto Telesforo e Ugo Baldini, lo storico Giordano Bruno Guerri, il paesologo Franco Arminio e l’economista Alessandro Giosi.

“Si tratta di una vera rivoluzione”, ha dichiarato Pagliaro. “Stiamo lavorando –ha proseguito– per una riforma che restituirà ai territori la loro identità valoriale, la loro storia e l’orgoglio della loro cultura in un’Italia colorata da sempre dalla specificità di tradizioni e costumi. La nostra mission è anche per il buon governo: siamo ambiziosi e abbiamo in mente un disegno del Paese in grado di rendere la macchina pubblica al passo con i trend europei e offrire servizi migliori ai cittadini a costi più bassi, eliminando ogni forma di spreco. Quella di oggi è stata l’occasione per fissare i punti da cui partire per redigere il documento che, per usare la felice espressione del sottosegretario, darà atto del lavoro di questa Assemblea Costituente”.

Nello specifico, lo studio di riforma costituzionale verte sulla costituzione di 36 nuove Regioni a statuto speciale e di una nuova organizzazione territoriale dei servizi, che comporterà un miglioramento di questi ultimi a costi più bassi.

Conti della Sgi, in particolare, si è soffermato sulla necessità di aggregare i Comuni e dei criteri da adottare a riguardo. “L’aggregazione –ha detto il presidente della Sgi– comporterà dei risparmi non indifferenti ed una maggiore funzionalità dell’intero sistema. L’unione di questi enti poi, va vista nell’ottica dei servizi, che verranno organizzati ed erogati su aree notevolmente più vaste delle attuali. Questo nuovo assetto garantirà una migliore gestione dei servizi offerti ai cittadini con una riduzione delle risorse impiegate”.

Sul punto anche Telesforo si è espresso positivamente. “Unire i Comuni, soprattutto i più piccoli –ha affermato l’urbanista- vuol dire anche agevolare i rapporti tra loro e le Regioni. I Comuni infatti, si rapportano da soli alle Regioni e ciò comporta un aggravio di lavoro per le Regioni stesse ed una minore efficienza nell’offrire le opportune risposte amministrative”.

Durante l’incontro si è discusso anche dei criteri da adottare per definire i confini dei nuovi enti regionali, ridisegnandoli tenendo conto delle piattaforme geo-economiche dei vari territori. “Il Paese ha bisogno di cambiare e per questo è inutile operare mezze misure come la sola abolizione delle Province”, ha detto Bruno Guerri. “E’ necessaria -ha continuato- una riorganizzazione amministrativa che tenga conto non solo della storia dei territori, ma anche delle esigenze economiche e di sviluppo per offrire dei vantaggi ai cittadini. La soluzione che noi proponiamo è quella ideale per riuscire in questa mission”.

Un punto cruciale ma non esaustivo, quello dell’abolizione delle Province, su cui è intervenuto anche Salvatori. “Non è possibile eliminare le Province cancellandone solo il termine”, ha detto. “Bisogna pensare ad enti intermedi che facciano da raccordo tra Comuni e Regioni -ha concluso Salvatori- senza che gravino sulle spese pubbliche come le Province, ma che concorrano a garantire i servizi offerti ai cittadini”.

“Noi siamo un gruppo di lavoro, per le competenze e le specificità che abbiamo siamo più assimilabili ad un’assemblea costituente”. Così invece il sottosegretario Ferrazza, che ha presieduto l’incontro. “Ragioniamo in maniera qualificata –ha proseguito– con autorevoli persone che possono dare il loro contributo esperto e tecnico. Stiamo facendo una rivoluzione. Al via quindi –ha concluso il sottosegretario– un ridisegno dell’Italia in Regioni assolutamente autonome che possano legiferare in completa autonomia, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 5 della Costituzione relativo alla promozione delle Autonomie favorendo il decentramento amministrativo”.

Infine, nei prossimi incontri del tavolo ministeriale ci si soffermerà sui rapporti tra le competenze in materia legislativa dei vari enti così prospettati e la loro conseguente autonomia.

tavolo ministeriale

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