Cronaca

Rumore, vandalismo e sporcizia: video-denuncia dei residenti di Baia Verde

GALLIPOLI- Già da qualche anno ormai viene riproposto il dibattito  sui modelli di turismo su cui puntare: quello culturale o quello di massa, che attira giovani e popolo della notte, nel cosiddetto “divertimentificio”. Sembra che i fautori dei due diversi modelli di sviluppo turistico, a Gallipoli, siano entrati in perenne conflitto.
C’è chi chiede un turismo di qualità, tenendo lontano i turisti del last minute mordi e fuggi e chi, invece, gestori di stabilimenti balneari in testa, sostiene che l’offerta destinata ai giovani produca ricchezza. Eppure, a Gallipoli, nonostante il tutto esaurito registrato da siti internazionali come Trivago, non tutto sembra filare liscio. I residenti di Baia Verde tornano a puntare il dito contro un “turismo barbaro” fatto di schiamazzi, vandalismo, inciviltà, urina, cocci di bottiglia e lidi trasformati in discoteche che sparano musica a tutto volume fino alle 6 di mattina. Le immagini e i rumori registrati dai residenti nelle notti agostane parlano da sole.

A questo bisogna aggiungere anche  il far west degli affitti che prende vita in questi giorni: vengono affittati a gruppi di giovani perfino dei box completamente privi di servizi. Un vero incubo per chi vede trasformarsi, di anno in anno, la città jonica in una specie di Ibiza in salsa salentina, con musica, feste, caos e gruppi di adolescenti festanti, che spesso alzano il gomito, dando vita a chiassosissime scorribande. Uno dei residenti della zona più calda di Gallipoli, Antonio Mazzotta, ha lanciato il suo appello alle istituzioni, attraverso Telerama: “Intervenite subito, bloccate l’inciviltà dilagante”.

Le segnalazioni sono centinaia, più volte i residenti hanno provato a far intervenire le forze dell’ordine, ma è difficile tenere testa a un numero così alto di “turisti last minute”. Un lavoro difficile anche per gli operatori ecologici: contro la sporcizia causata dall’inciviltà e dall’ubriachezza, spesso molesta, è difficile combattere.

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