
TARANTO- La normativa adottata prevede che i controlli sulla solubrità delle cozze devono essere realizzati nel giro di sei mesi. Niente vendita dunque per quei miticoltori che non si sono adeguati in tempo.
Chi ha iniziato in ritardo il trasferimento degli allevamenti di cozze da Mar Piccolo a Mar Grande perderà il raccolto. Il provvedimento fu adottato dopo che nelle acque del primo seno del Mar Piccolo fu rilevata una presenza oltre la soglia consentita di diossine e PCB. La normativa adottata prevede che i controlli sulla solubrità delle cozze devono essere realizzati nel giro di sei mesi. Niente vendita dunque per quei miticoltori che non si sono adeguati in tempo, non sono possibili deroghe nemmeno ora che le cozze sono già mature e le prime analisi dicono che sono buone.
Per tentare di risolvere una situazione complessa, l’assessore regionale alle risorse agroalimentari, Fabrizio Nardoni, ha convocato le parti ma non ci sono buone notizie per i mitilicoltori. “Il problema – ha spiegato Nardoni – riguarda solo pochi operatori che hanno iniziato in ritardo l’attività di classificazione perché hanno ricevuto in ritardo le concessioni”. Nardoni ha fatto sapere di voler intervenire per evitare che questi allevatori di cozze perdano il raccolto. E non sono ammesse deroghe come hanno riferito anche l’assessore alla Sanità e l’Asl.
“Non ci sono le condizioni – ha spiegato Nardoni – perché con una classificazione ridotta, portando prima alla depurazione il prodotto, se dovessero nascere problemi sanitari la Regione sarebbe responsabile e per questo non si può intervenire”. Ma esiste anche un altro problema per chi intende presentare un progetto sulla mitilicoltura o sull’acquacoltura.
“Le amministrazioni comunali – ha spiegato Nardoni – non hanno ancora presentato il piano delle coste e quindi non possono rilasciare concessioni. Per questa ragione – ha continuato l’assessore – il 3 settembre tutti i comuni che sono interessati, circa una novantina, l’Asl e gli assessorati al demanio e alle risorse agroalimentati sono stati convocati in Regione per discuterne”. “Senza concessioni – ha concluso Nardoni – non si possono destinare risorse europee”.
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