SANARICA- Il trucco sarebbe sempre il solito, oliato, ormai scontato. Due piccoli impianti autorizzati nel 2010 con dichiarazione di inizio attività, formalmente appartenenti a due distinte società, ma costituenti di fatto un unico parco fotovoltaico, riconducibile alla medesima compagine societaria. È per questo che i sigilli sono stati apposti a due centrali del sole, del valore di 12milioni di euro, a Sanarica, in contrada Spinelle e Macchie, dove, tra l’altro, buona parte dei pannelli di silicio è stata installata in zona soggetta ad allagamenti, su quattro ettari di terreni in parte classificati come “a rischio alluvione” in caso di piogge abbondanti, visto che sono nel cuore di un’accentuata depressione. Da qui anche la violazione del piano di assetto idrogeologico.
Il sequestro preventivo, emesso dal gip Simona Panzera, arriva dopo le indagini d’iniziativa effettuate dai carabinieri del Noe di Lecce, coadiuvati dai colleghi della stazione di Muro Leccese. Entrambi gli impianti sono di potenza inferiore a un megawatt, frazionati artificiosamente in due distinti progetti per eludere la normativa di settore, tant’è che sono stati autorizzati con semplice Dia, risparmiandosi il percorso più lungo e tortuoso dell’Autorizzazione unica regionale. Al vaglio della Procura della Repubblica ci sono ora tre posizioni. La prima è quella di un ingegnere milanese, progettista e direttore dei lavori per entrambi gli impianti e, negli anni, anche legale rappresentante delle società proprietarie dei terreni e delle centrali. Poi, quelle di due manager tedeschi, anche loro nelle vesti di legali rappresentanti, a capo di entrambe le srl, Macchia e Sansan Energy, a loro volta appartenenti alla Sonnenstorm Italia Alpha srl.
Le ipotesi di reato contestate sono quelle della lottizzazione abusiva a scopo edilizio di terreni sottoposti a vincolo paesaggistico e ambientale ed il deturpamento di bellezze naturali in aree ricadenti nel piano urbanistico tematico territoriale e nel piano di assetto idrogeologico della Regione Puglia.
Mancherebbero, dunque, i titoli abilitativi, poiché i permessi di costruire e le autorizzazioni sarebbero illegittimi ed illeciti. Nonostante il sequestro, per il momento le due centrali fotovoltaiche continueranno a rimanere in esercizio e non saranno scollegate dalla rete elettrica, com’è avvenuto, invece, nel brindisino. Alle autorità Si chiederà di valutare, ad ogni modo, anche l’ipotesi di una disconnessione.