SAN CESARIO- Una furia cieca, una sete di vendetta quella che ha armato la mano del killer e che lo ha spinto a raggiungere di prima mattina la piazza di San Cesario, individuare la sua vittima e sparargli contro sino ad ucciderla. In una domenica mattina d’estate, ancora poche le persone in giro alle 9 del mattino. La piazza e le viuzze intorno erano quasi deserte e nel silenzio sono risuonati ancora più forti quei 4- 5 colpi di pistola che hanno freddato Gianfranco Zuccaro, 37 anni , anche lui uscito di casa da poco. Aveva parcheggiato la sua Bmw nera in piazza Garibaldi, proprio sotto la chiesa ed aveva raggiunto il bar per un caffè. Non immaginava che ad attenderlo fuori ci fosse qualcuno che voleva la sua morte. Il killer o i killer hanno cominciato a sparare non appena si è avvicinato all’auto, lo hanno dapprima ferito. Lui ha tentato di scappare , di rifugiarsi in qualche via secondaria. Lo dimostrano le chiazze di sangue che sembrano segnare il percorso. In via Manno il killer lo ha finito, sparandogli addosso gli ultimi colpi. Questa la prima ricostruzione fatta dagli inquirenti.
È lì che il suo corpo è rimasto. Qualcuno ha anche chiamato il 118 , ma l’intervento dei soccorritori è stato inutile. Gianfranco Zuccaro, di San Cesario, è un volto noto al popolo della notte, molto conosciuto nell’ambiente delle discoteche dove lavora come buttafuori. E probabilmente il sabato sera lo aveva trascorso al lavoro, nella zona di Gallipoli. Chissà, il movente della sanguinosa vendetta potrebbe essere cercato proprio in quest’ambiente. Ad armare il killer potrebbe essere stato uno screzio, un litigio avvenuto in qualche locale. È questo che stanno cercando di capire i Carabinieri della Compagnia di Lecce e quelli del Nucleo Investigativo che hanno preso in mano le indagini coordinate dal Pubblico Ministero, la Dottoressa Licci e dal Procuratore della Dia Antonio De Donno. Questa è una delle ipotesi, ma non l’unica.
Zuccaro aveva con sè il telefonino quando è stato ucciso. E’ stato sequestrato per essere visionato. L’ultima chiamata è stata fatta intorno alle nove, ma prima ce ne sono decine risultate perse perchè Zuccaro aveva tolto la suoneria. Qualcuno di sicuro lo cercava. È stata sequestrata anche la Bmw. Sulla parte posteriore della carrozzeria ci sono delle ammaccature, potrebbero anche essere dei fori di proiettile.
La scena, con le tracce di sangue e i bossoli, è stata refertata dagli uomini della scientifica, mentre tutto intorno a poco a poco si è raggruppato un gruppo di persone, tra queste anche i parenti dell’uomo. Gianfranco Zuccaro aveva dei piccoli precedenti, anche datati. Era uno sportivo, frequentava palestre ed era un appassionato di King Boxing.
Una telecamera potrebbe aver ripreso tutte le fasi dell’omicidio. Sarebbe fondamentale per capire almeno quante persone lo abbiano atteso dal momento che nessuno sembra aver visto nulla.
E sulla drammatica vicenda è intervenuto l’On del Pd Salvatore Capone, per anni sindaco di S. Cesario. Una comunità coesa e solidale colpita al cuore, dice Capone. “Un episodio di inaudita violenza, che colpisce una comunità cresciuta nel nome della legalità. Ed è proprio a quel senso radicato nel nostro paese di legalità e di coesione, che faccio personalmente appello perché chiunque abbia elementi importanti da riferire all’autorità giudiziaria, anche quelli apparentemente più insignificanti, lo faccia senza paura, permettendo all’intera comunità di San Cesario di elaborare nel modo migliore un evento così traumatico e di continuare ad essere una comunità forte, solidale, dal tessuto sociale coeso. Un’agorà in tutti i sensi”.
Mariella Costantini
Foto Stefano De Tommasi