Cronaca

Consales: “Tap a Brindisi? La questione non si pone”

BRINDISI- “Ribadisco quanto sia importante l’ascolto delle comunità; il confronto con i portatori di interessi locali: stiamo lavorando con i colleghi Barbanente, Nicastro, Minervini a una delibera regionale che regolamenti un percorso partecipato per le opere strategiche. Presto la delibera arriverà in giunta”.

Loredana Capone, assessore allo sviluppo economico, svela sul Facebook le prossime mosse della Regione Puglia sulla questione Tap.

Discutere, parlarne, coinvolgere, approfondire, partecipare: termini molto in voga di questi tempi. Anche il sindaco di Melendugno, Marco Potì, cerca di percorrere questa strada e dice sì al festival della conoscenza: lunedì invierà una lettera a  Letta e Napolitano, ai ministri, tra cui Bray, parlamentari salentini  e presidente di regione Puglia, per chiedere che il territorio venga ascoltato, facendo propria l’idea di Carlo Salvemini, CHE HA PROPOSTO UN FESTIVAL DELLA CONOSCENZA. L’intenzione è di promuovere  un dibattito pubblico sul gasdotto, con incontri non organizzati dalla multinazionale ma direttamente dalle istituzioni, perché vengano chiarite anche le posizioni delle comunità locali. il country manager tap, Giampaolo Russo, continua a dirsi disponibile a qualsiasi confronto

La settimana prossima la discussione sbarcherà anche in Consiglio provinciale e tornerà a riunirsi la Commissione ambiente.

Nella direzione provinciale di Sel, tenutasi ieri a Sannicola, è stato ribadito un concetto fondamentale: la questione non è se fare o meno Tap, ma dove realizzare il gasdotto. “Nell’ipotesi attuale, spiegano i responsabili di Sel-  il tubo arrivera’ in un’area di grande rilevanza paesaggistica, che ospita imprese turistiche avviate e fiorenti, con un comparto della pesca che vanta una marineria consistente. Il tutto in un contesto ambientale delicatissimo che vede praterie di posidonia oceanica al largo della costa e antichi uliveti nell’entroterra, nonché la presenza di un sito Natura 2000 e la vicinanza all’area Sic delle Cesine”.

Nel documento  diffuso in mattinata da Sel si analizzano le quattro opzioni: La prima (Lendinuso) e la seconda (Cerano) vengono scartate da Tap a causa della presenza di posidonia oceanica al largo della costa: e qui è la prima contraddizione, visto che anche al largo di San Foca sono presenti praterie di posidonia, che Tap ha progettato di superare tramite un tunnel.

La terza alternativa (nell’area industriale) viene scartata per ragioni di sicurezza, legate alla presenza di una zona fortemente industrializzata: ecco la seconda contraddizione, visto che nella stessa zona era prevista la realizzazione di un impianto ben più complesso, pericoloso e impattante, ovvero il rigassificatore della British Gas, che oggi sembra sfumato.

La contraddizione maggiore, pero’, emerge nella quarta alternativa (Casale): scartata, a quanto si legge nei documenti Tap, “in quanto risulta interferire con i piani urbanistici di sviluppo del Comune di Brindisi”. I piani in questione (Pug e Pisu) non sono stati pero’ ancora approvati; quando lo saranno, la destinazione urbanistica sara’in parte di «sviluppo dell’impianto aeroportuale e dell’industria aerospaziale» (e quindi compatibile con un’infrastruttura industriale come un gasdotto) e in parte di «rinaturalizzazione, servizi costieri e turistici». In sostanza Tap scarta una localita’ dequalificata e da rinaturalizzare perché un giorno potrebbe diventare a destinazione mista industriale-turistica e seleziona una localita’ che gia’ oggi è esplicitamente vocata e tipizzata come area di interesse ambientale e sviluppo turistico! “, spiegano i responsabili di Sel.

Il problema non si pone per il sindaco di Brindisi Consales: “A noi non è arrivata alcuna richiesta, né documentazione. Ma in ogni modo seguiremo sempre la strada delle scelte partecipate: oggi non posso prendere posizione visto che la Tap non ha mai fatto alcune richiesta su Brindisi: ci fu una valutazione prima della scelta e i responsabili di Tap hanno notato che c’erano molti problemi per il fondale. La nostra città ha una vocazione indistriale, ma il fondale marino non si presta. Non credo che si potrà cambiare una scelta che Tap ha fatto sulla base di alcuni studi”.

Intanto, nel Pd molti hanno espresso una posizione chiara sul tubo da 800 chilometri che trasporterà gas: Blasi dice no alla realizzazione a San Foca e sì in unn luogo a vocazione industriale, proponendo di destinare il 15% degli utili al territorio. Bray si impegna a interessare il sottosegretario De Vincenti per la difesa del patrimonio paesaggistico: belle parole, ma quando si entra nel merito della questione e si chiede una posizione chiara al ministro sul Tap a San Foca lui risponde così: scappa via.

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