LECCE- È amareggiato l’amministratore unico di stp Terra d’Otranto, la società partecipata della provincia di lecce dopo quelli che ha definito attacchi personali fuori luogo. C’è l’ha con un quotidiano locale Gino Pepe, che nei giorni scorsi lo aveva accusato di essere tornato indietro sui propri passi e di aver intascato quegli stipendi da amministratore unico della società ai quali al momento della nomina , il 23 agosto del 2009 aveva deciso di rinunciare. Perchè il momento lo richiedeva dice pepe, perchè i sacrifici li abbiamo fatti tutti, compresi i lavoratori che hanno visto decurtato il loro stipendio.
E invece, da qui la polemica, lo stipendio lo ha percepito, ma è il minimo indispensabile per un lavoro duro e di grande responsabilità, nel quale ci ho messo la faccia e non solo. Uno stipendio, per gli anni 2010 e 2011 di 38 mila euro comprese di rimborsi spese, e non di 126 mila euro come invece è stato sbandierato. Una polemica che arriva a margine dell’analisi del lungo iter che ha portato la società stp da uno stato di coma profondo, senza prospettive e senza la possibilità che potesse sopravvivere. Era il 2009 quando la provincia di Lecce decise di dare un nuovo assetto alle società partecipate trasformando il Cda in amministrazione unica. Con la mia nomina, dice pepe, si è dato inizio all’operazione risanamento che ha portato da una perdita calcolata in un milione e 700 mila euro l’anno a chiudere , per la prima volta dopo 13 anni, al termine del 2012 , con un utile di 37 mila euro al netto delle imposte.
Ciò è stato determinato dagli interventi sofferti ma necessari sul personale, dall’abbattimento degli sprechi, dai contratti di solidarietà concordati con i sindacati, dal blocco del turn over e non da ultimo da accorgimenti tecnici come l’acquisto dei pullman snodati che risparmiano sugli autisti: 9 in tutto quelli attualmente a disposizione.
Le carte parlano chiaro, dice pepe: “Avevo chiesto la sospensione dello stipendio sino a quando fosse continuata l’emergenza che ora, grazie al mio impegno, è cessata”.
foto Giuseppe Pizzo