PORTO CESAREO (LE) – Gli stabilimenti balneari di Porto Cesareo e Torre Lapillo provano a salvare la stagione. E ci riescono adeguandosi alle regole perentorie dettate dal procuratore aggiunto Ennio Cillo, che coordina il pool reati ambientali: smantellando, in tempi brevissimi, le strutture irregolari, per poi passare a richiedere ed ottenere ex novo tutte le necessarie autorizzazioni.
Lo stanno facendo molti dei piccoli e grandi lidi sulla litoranea ionica, finita al centro della maxi inchiesta condotta dai carabinieri di Campi Salentina, alla guida del capitano Nicola Fasciano.
Una volta smantellato lo stabilimento, è la stessa Procura a dissequestrarlo. E’ quanto è accaduto, ad esempio, al ‘Baia del Sol’. Il sostituto Antonio Negro, titolare del fascicolo d’indagine, ne aveva disposto il sequestro probatorio quasi 2 mesi fa.
Abusivismo edilizio, l’accusa ipotizzata dal pubblico ministero per una serie di macroscopici ed evidenti difformità rispetto alle concessioni ottenute: realizzazione di piscine non autorizzate; un chioschetto sulla spiaggia, anche questo irregolare; la chiusura di un accesso al demanio; e poi l’occupazione di demanio pubblico oltre il consentito. Tutto verificato da un consulente appositamente nominato dal magistrato. Dopo essere stati denunciati dai militari, i due proprietari, Luca e Stefania Mangialardo, fratello e sorella di Copertino, hanno provveduto a smontare l’intero stabilimento, che è stato così dissequestrato. E ora si stanno muovendo per ottenere tutte le autorizzazioni dal Comune.
Stesso iter è stato seguito dai proprietari di alcuni lidi vicini, mettendo così la parola fine alla situazione di incertezza che si è venuta a creare con i sequestri che a effetto domino, da circa 3 mesi a questa parte, i militari hanno eseguito uno dopo l’altro.
Una volta che tutto sarà in regola, l’estate potrà cominciare.