Cronaca

Dalle 5 in fila per il prelievo, l’odissea dei pazienti

LECCE  –  Le lancette dell’orologio non segnano ancora le 8 del mattino. Dall’esterno, per il vecchio ‘Fazzi’ a Lecce, la cittadella della salute di piazzetta Bottazzi, sembra una giornata come tante. Entriamo all’interno e chiediamo come fare per effettuare un prelievo del sangue…

Sembra uno scherzo, ma non lo è. La fila ha iniziato a formarsi già alle 5 del mattino. Chi è arrivato almeno un’ora prima di noi sa già di dover attendere per un bel po’… ci mettiamo in coda e prendiamo il biglietto. Alle 8, la macchinetta ci consegna il numero 74. Ci armiamo di pazienza… Si procede ad un ritmo di circa 15-20 pazienti ogni mezz’ora. Dovremo aspettare qui, a stomaco vuoto, per almeno due ore. E, nel frattempo, per tutti è mal comune…

Da quando, lunedì, è iniziata la serrata di almeno 34 laboratori privati, oltre la metà di tutta la provincia di Lecce, la gran parte degli utenti si è riversata qui. Anche chi è esente, in base ai criteri del Servizio Sanitario Nazionale, dovrà infatti pagare la prestazione alle strutture convenzionate. E questo come segno di protesta contro il recepimento, da parte della Regione Puglia, del nuovo tariffario varato dall’ex ministro alla Sanità Renato Balduzzi e che, dal 1° giugno, ha imposto sconti fino al 50% su alcuni comuni esami di laboratorio, sforbiciata alla quale si aggiunge una ulteriore del 20%, che la regione ha continuato a mantenere in piedi in base alla finanziaria del 2007. Una valvola di sfogo ora azzoppata.

E, dunque, si aspetta. i posti a sedere non sono per tutti. Ci sono soprattutto anziani, moltissime donne, qualche bambino. Per molti, l’attesa è in piedi, appoggiati al muro, sventolando qualche fazzoletto nel caldo più torrido. C’è chi ci dice che questa scena è assurda e altrove si fa diversamente.

Per la ASL, invece, è tutto nella norma. “Registriamo all’incirca 50 pazienti in più al giorno”, spiega il direttore del distretto di Lecce, Rodolfo Rollo –. Questo comporta sì uno sfasamento sulla tabella di marcia, ma non oltre la mezz’ora. Prima chiudevamo l’accettazione alle 10.30, ora riusciamo a smaltire tutta la fila entro le 11- 11.30 al massimo. Il punto è che – continua Rollo- si è creata una psicosi, ma poichè non abbiamo imposto un numero massimo di prestazioni giornaliere da effettuare, come per il ticket, non c’è necessità di arrivare qui alle 5 del mattino. Si può tranquillamente arrivare alle 9 o alle 10 e aspettare molto meno”. Certo, si è cercato di implementare il personale, raddoppiando da 2 a 4 i box prelievi attivi, richiamando dalle ferie almeno 4 unità di personale.

“Valutiamo la necessità di migliorare la logistica – dice il direttore generale Valdo Mellone -. Ma una considerazione è da fare: il fatto che riusciamo a reggere l’urto forse ci dice che la rete di laboratori privati convenzionati è eccedente e che perfezionando il pubblico potremmo risparmiare”. Con buona pace di chi aspetta, dall’alba, ogni giorno, senza informazione e nessuna assistenza. Tutti allo sbaraglio. Con un passaparola deleterio.

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