BARI – Un mini vertice improvvisato. Regione, Procura, Legambiente. L’argomento i depuratori. Ne hanno parlato a lungo il governatore di Puglia Nichi Vendola, il presidente di Legambiente Puglia Francesco Tarantini, il direttore Maurizio Manna e il procuratore aggiunto del Tribunale di Lecce Ennio Cillo.
L’impressione è che si voglia e si debba correre. Tra un mese con l’arrivo del flusso turistico scoppierà l’emergenza. Per questo l’intento è quello di rivedersi a breve. Bisogna trovare una soluzione comune.
Legambiente da par suo ha ribadito al presidente della Regione che la vecchia prassi dello scarico a mare va confinata negli archivi del passato. Parlare di trincee drenanti come accaduto fin ora – per Legambiente – significa parlare di immissione in falda camuffata. Dunque si ragionerà insieme affinchè – ha ribadito Manna – il caso Melendugno non resti un’eccezione di buona pratica, ma divenga una prassi consolidata ovunque.
Ed è Vendola a dettare i tempi: “I depuratori sono la mia ossessione – ha detto il governatore ricordando che da tempo è in atto l’impegno per ristrutturare tutti gli impianti – e posso garantire che prima di aver terminato il mio mandato risanerò tutta la rete di depurazione”.
Gallipoli, Uggiano, Otranto, Pulsano. Sono tutti casi critici che si sommano alla metà degli impianti di depurazione che in Puglia su un totale di 175 sono illegali. L’amministratore unico di AQP, Maselli con le sue dimissioni ha fatto un gesto eclatante di autodenuncia. Ora la politica deve fare il resto.