Cronaca

Maglie-Otranto, arriva il parere paesaggistico sblocca-cantiere

MAGLIE (LE) – Era atteso. Un parto, letteralmente, frutto di un travaglio lungo e sofferto, segnato da proteste e da un lungo confronto. Arriva il parere paesaggistico sull’ultimo tratto della Maglie-Otranto, l’atto che consente di sbloccare il cantiere per il raddoppio a 4 corsie della strada.

Inevitabile, dopo l’ultimo via libera del Consiglio comunale di Palmariggi, ma in grado comunque di far storcere il naso a chi in fondo, sperava ancora che l’ultima sezione della statale 16 continuasse a rimanere a due corsie.

La Regione Puglia, invece, tira dritto. Nelle scorse ore, ha deliberato di rilasciare all’ANAS il parere paesaggistico e l’attestazione di compatibilità paesaggistica in deroga, con effetto di autorizzazione paesaggistica, necessaria per il progetto esecutivo dei lavori di ammodernamento. Che, a sua volta, dovrà essere trasmesso al Servizio Assetto del Territorio e alla Soprintendenza.

Tuttavia, le sorprese non mancano. Il parere rilasciato è ricco di prescrizioni e restituisce una rivisitazione decisamente restrittiva dell’opera. Con l’accoglimento di buona parte delle osservazioni arrivate dal mondo ambientalista nel corso dell’ultimo anno, dopo che a galla è venuto ciò che non si conosceva: il rischio abbattimento per 6.000 ulivi, senza che fosse previsto un piano recupero per tutti, e il pericolo di travolgere alcuni luoghi delicatissimi, come il sito San Basilio.

Per gli alberi, è stata necessaria la corsa ai ripari, anche tramite l’intervento della Prefettura. Per il resto, le condizioni imposte salgono a 16. riguardano la limitazione al minimo indispensabile delle altezze dei cavalcavia; lo stralcio di quello di ‘Palmariggi est’, sostituito da un sistema di svincoli a raso; la cancellazione del sottopasso ‘Limini’ e della vasca di drenaggio per le acque meteoriche nel comune di Giurdignano, oltre che di una rotatoria all’altezza di Palmariggi e il ridimensionamento di una seconda.

Di più. È richiesto un “dettagliato progetto di inserimento paesaggistico e di fruizione lenta dell’itinerario”, tramite la progettazione di piste ciclabili e interventi di mitigazione ambientale. Sul sito archeologico di San Basilio, a lungo sottovalutato e non segnalato neppure dalla Soprintendenza, su quel sito che avrebbe dovuto essere fagocitato dal cemento, ora dovrà essere fatta marcia indietro.

In prossimità di quell’area il tracciato dovrà essere riconfigurato, “in modo tale che l’insieme delle opere preservi i manufatti rurali presenti nell’area”. Inoltre, dovranno essere predisposti “elaborati grafici quotati, ante e post operam, che restituiscano con particolare cura canali scavati nella roccia, manufatti in pietra e secco e le piantumazioni esistenti”.

Insomma, alla fine, quel che si è voluto non vedere per tanto tempo è tornato centrale, riconoscendo dignità alle osservazioni arrivate dal basso, in una mediazione che si è stati obbligati a fare con l’acqua alla gola.

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