Cronaca

Bruciò vivo l’amante, giudizio immediato per Dora Buongiorno

BRINDISI   –   Prove evidenti, peraltro confermate da una confessione resa a margine dell’arresto. Dora Buongiorno, la 42enne di Carovigno accusata di aver bruciato vivo il suo compagno, il brindisino Cosimo Damiano De Fazio, andrà a giudizio immediato, come disposto dal gip del Tribunale di Brindisi che ha quindi accolto la richiesta formulata dal pm Luca Buccherì.

 Secondo quanto ipotizzato dagli investigatori, nel pomeriggio di S.Stefano, la Buongiorno decise di porre fine a 15 anni di violenze e soprusi vissuti all’interno delle mura domestiche.

Avrebbe agito per vendetta, sì, ma solo con l’intento di “dare una lezione al suo compagno” e non per ucciderlo. Un gesto quindi premeditato con l’acquisto di una sedativo fatto bere al compagno di nascosto, mescolandolo alla minestra e poi attuato lì, in contrada Epifani, agro di Mesagne, dove nel 2011 la stessa donna secondo quanto raccontato, sarebbe stata legata, frustata, picchiata e minacciata da De Fazio. Persino, cosparsa di benzina, perchè voleva mettere fine a quella relazione.

Quindi, la vendetta. Maledetta vendetta. Attuata con la scusa di un rapporto sessuale, attirato il 51enne fuori dall’auto, la donna lo avrebbe fatto denudare, per poi cospargerlo di benzina e dargli fuoco.

De Fazio fu ritrovato ridotto a torcia umana da un vigilante di pattuglia nella zona. Morì qualche ora dopo, nel reparto Ustionati dell’ospedale ‘Perrino’ di Brindisi. Dopo un mese di indagini, gli uomini della Questura coordinati da Alberto Somma, risalirono all’amante in carcere dal 23 gennaio. Agli inquirenti, si disse pentita, per i danni causati alla famiglia e soprattutto ai figli, per anni impotenti di fronte alle angherie subite dalla madre. In attesa del giudizio, una certezza. La Buongiorno agì da sola. Nessun complice e, con una confessione piena e dettagliata che trova riscontro nelle perizie in mano agli inquirenti, nessun giallo e nessun mistero. Solo un dramma famigliare arrivato fino alle estreme conseguenze.

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