Cronaca

L’appello di una mamma: “Mio figlio ha bisogno dell’accompagnamento”

S.PIETRO VERNOTICO (BR)  –  Gianluca, ha 7 anni e vive a S.Pietro Vernotico. Il suo faccino forse non vi è nuovo: due anni fa è entrato a far parte della famiglia di Cuore Amico Progetto Salento Solidarietà, ricevendo un contributo economico. 

È infatti un bimbo speciale: è nato solo con un rene e quello che aveva era malfunzionante, tant’è che gliene è stata asportata la metà.

Un calvario continuo per lui che ha già subito 15 interventi chirurgici, e per mamma Raffaella che lo alleva da sola. Sono quasi sempre a Genova, perchè Gianluca è in cura al ‘Gaslini’.

La situazione era già grave, ma meno di un anno fa, è successo qualcosa di orribile. Il bambino ha iniziato ad avere le convulsioni: è epilettico e durante un attacco, mentre era ricoverato, è caduto dal letto di ospedale, ha battuto la testa ed è entrato in coma. Lo hanno operato aprendogli letteralmente il cranio per eliminare l’ematoma. Gli avevano dato un’ora di vita e invece lui ce l’ha fatta: si è aggrappato alla vita e il giorno dopo, ha aperto gli occhi chiedendo della sua mamma.

Una mamma coraggiosa, che alleva il bambino in una casa popolare precaria e che non può permettersi neanche uno scaldabagno. Per lavarsi, lei e Gianluca, vanno dai parenti. Una mamma che ora non ci sta a sentirsi dire di ‘no’ dalle istituzioni. Ha fatto domanda per ottenere l’indennità di accompagnamento, ma è stata respinta. L’INPS di Brindisi ha invece accordato l’indennità di frequenza: 270 € al mese e solo nei 9 mesi in cui il bambino frequenta la scuola.

L’accompagnamento prevede invece il doppio dell’importo. Poca cosa, ma importantissima per Raffaella. Ma quali sono i requisiti per ottenere l’indennità? In primis l’impossibilità permanente a deambulare – Gianluca invece cammina perfettamente da solo – ma viene poi presa in considerazione la necessità di assistenza continua, per chi non riesce ad espletare da solo gli atti quotidiani, per chi in parole povere, è invalido. Se si considera che per la maggior parte dell’anno, il bambino è allettato, si comprende la rabbia della madre.

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