LECCE – Da porta d’Europa a porta d”Eutopia’, il buon luogo da reinventare partendo dal basso con un doppio senso: dai confini geografici più meridionali dell’Unione Europea e dal contributo propositivo di tutti.
E’ “reinventare Eutopia” appunto, il motto scelto per racchiudere il senso della candidatura di Lecce a capitale europea della cultura 2019.
Un claim che focalizza la strada maestra dentro la quale incanalare proposte e soprattutto, l’asse politico tra Lecce e Brindisi. A volerlo il direttore artistico, Airan Berg, nato a Tel Aviv, una lunga esperienza nel teatro tra New York e l’Austria, direttore artistico della sezione performing art di Linz09, quella che è già stata la capitale europea della cultura 2009, scelto apposta per dare respiro continentale al lavoro leccese.
L’errore che si vuole evitare è di confondere la città della cultura con la città dell’arte. Per questo ora sarà necessario raccogliere, anche attraverso il nuovo sito appositamente creato, le 2019 idee da mettere a sistema e da presentare entro il 20 settembre, come proprio patrimonio per la candidatura della città, che vede altre 19 concorrenti. In queste idee rientreranno anche i contributi già maturati da Brindisi che ha rinunciato alla propria partita per giocarne una assieme a Lecce. L’ufficializzazione dell’accoglimento della proposta di un coinvolgimento fattivo del capoluogo messapico è arrivata in mattinata.
Città diverse, amministrazioni politiche di colore diverso, energie da mettere insieme. Brindisi dà a Lecce quello che non aveva per essere abbastanza competitiva: l’innesto delle infrastrutture più importanti, aeroporto e porto in particolare, oltre alla condivisione di un’idea di Salento che, per quanto non veda insieme stavolta anche Taranto, non termina appunto alle porte di Lecce.