TARANTO – Sono due fratelli: Salvatore e Giovanni Pascalicchio, rispettivamente di 21 e 19 anni, i presunti killer di Antonio Santagata, il 57enne rimasto vittima nella sparatoria in via Mazzini all’angolo con via Pupino, di primo mattino.
Prima una lite violenta e le minacce, poi gli spari: 5. 3 dei quali giunti a destinazione.
Santagata è stato gravemente ferito alle spalle. Uno dei colpi lo ha preso alla spina dorsale. Così la vittima, dopo un paio d’ore dal ricovero, nella sala della Rianimazione del ‘SS.Annunziata’ è deceduto. Muore così quello che il capo della Squadra Mobile Roberto Pititto ha definito un ‘killer di spessore’, un uomo dallo spessore criminale di altissimo livello.
Santagata, infatti, era ergastolano agli arresti domiciliari per motivi di salute, aveva infatti un tumore. L’ergastolo era stata la condanna nel processo antimafia Ellesponto. Parliamo infatti di un boss della mala tarantina degli anni della guerra tra il clan dei fratelli Modeo e il clan De Vitis.
Ad ucciderlo, secondo gli investigatori della Mobile e della Squadra criminalità organizzata della Polizia di Taranto, i due fratelli del quartiere Paolo VI. I due, dopo il fermo nel pomeriggio, sono stati interrogati in Questura. Hanno ammesso le loro responsabilità spiegando che subivano minacce ormai da tempo da Santagata. I due fratelli vendevamo con un banchetto al ciglio della strada, le cozze. Un attività mai gradita dal 57enne.
Così nella mattinata la solita lite finchè, Salvatore Pascalicchio, fratello minore, non avrebbe estratto dai pantaloni una pistola e premuto per 5 volte il grilletto. Tutta la scena è stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza di un tabacchino nelle vincinanze.
Immagini finite immediatamente nelle mani della Polizia. I due fratelli sono stati rintracciati e ammanettati in un appartamento di via Pupino 95, casa della compagna di uno dei due. Il minore, all’arrivo della Polizia, aveva già cambiato gli indumenti. I due presunti killer hanno precedenti per estorsione, lesioni e rapina. Anche l’arma è stata trovata nello stesso stabile, ma in un appartamento disabitato al 2° piano. Si tratta di una Beretta cal 7.65 con matricola abrasa.
Arrestati, i due giovani dovranno rispondere di omicidio in concorso e porto abusivo d’arma clandestina. Un caso risolto in poche ore. “Un risultato brillante”, hanno commentato il procuratore capo della Franco Sebastio e il questore di Taranto Giuseppe Mangini che ha anche assicurato che non si tratterebbe di un riaffiorare di guerre di mala.