FRANCAVILLA FONTANA (BR) – Nessun test del DNA. La salma di Gianni Itta sarà semplicemente riconosciuta dalla famiglia dell’edicolante 47enne trovato carbonizzato a ridosso della sua auto in fiamme lunedì mattina, sulla provinciale Francavilla-S.Marzano.
Erano stati proprio i genitori dell’uomo a chiedere il test genetico. Alla vista del corpo, reso difficilmente riconoscibile dalle fiamme, il padre di Gianni aveva ritenuto difficile, se non impossibile, identificare suo figlio. Superato in parte lo shock, però, sono stati gli stessi famigliari a chiedere un nuovo riconoscimento.
Confermata, invece, l’autopsia. Disposta dal pubblico ministero Marco D’Agostino, sarà eseguita dal medico legale Antonio Carusi nelle prossime ore. L’esame autoptico servirà a fugare i dubbi sollevati da chi non ha mai creduto alla tesi del suicidio, la più probabile secondo gli inquirenti. Secondo quanto emerso dai rilievi e raccolto in alcune testimonianze, Itta, alle prime luci di lunedì, ha raggiunto la provinciale 52. Si è fermato nella piazzola e quindi, avrebbe cosparso l’interno del veicolo, la sua Fiat Punto rossa, di liquido infiammabile. Quindi, le fiamme.
Durante il rogo, l’uomo, forse per il dolore, si sarebbe gettato fuori dal mezzo, ridotto a torcia umana. E proprio in quei momenti, sarebbe stato visto da alcuni automobilisti di passaggio che poi, hanno chiamato i soccorsi. Una fine tragica, drammatica per una dinamica che dovrebbe essere quindi confermata dall’esame post mortem. L’unico mistero resterà legato ai perchè del gesto. Una domanda destinata però a rimanere senza risposta, almeno al di fuori degli affetti più stretti.