BRINDISI – Massimo Bassi stringe e accarezza la mano della moglie Rita, mentre l’amico e avvocato Fernando Orsini pronuncia la sua arringa in aula. E’ il giorno delle parti civili nel processo a carico di Giovanni Vantaggiato, reo confesso dell’attentato all’Istituto ‘Morvillo Falcone’.
Il difensore parla a nome dei genitori di Melissa, straziati da un dolore senza fine, che non potrà essere lenito da alcuna somma di denaro. I coniugi Bassi non avanzano una richiesta risarcitoria, non vogliono soldi da Vantaggiato, ma soltanto una pena adeguata per l’assassino della loro unica figlia.
Sarà la Corte d’Assise a quantificare il risarcimento che Massimo e Rita desiderano devolvere totalmente in beneficenza a due ospedali pediatrici.
E’ un cuore generoso quello dei genitori di Melissa, che hanno un solo rammarico: non aver potuto donare gli organi della loro bambina. Una ragazza solare, piena di vita e dai sani principi, racconta alla Corte l’avvocato Orsini, descrivendo le passioni e i sogni della studentessa di Mesagne.
Da una parte c’è il pudore e la dignità di una famiglia distrutta, dall’altra la crudeltà di Giovanni Vantaggiato. Il legale dei coniugi Bassi ricorda ai giudici e alla giuria popolare chi è lo stragista della ‘Morvillo Falcone’: “Un freddo seminatore di morte, un attento pianificatore ossessionato dal denaro, un uomo terribilmente normale che ha commesso un atto mostruoso”.
In aula è palpapile il desiderio di giustizia, ma “qualunque sarà la sentenza e la pena stabilita dalla Corte – conclude Orsini – sarà lontana anni luce dalla pena inflitta a Melissa e ai suoi genitori”.