LECCE – L’autopsia sui corpi di Massimiliano Marino e Luca Greco, vittime dell’agguato mortale avvenuto il 10 marzo scorso nelle campagne di Campi salentina lascia pochi dubbi: sulle due vittime si è scatenata una furia omicida, un raptus incontrollabile, la volontà di uccidere insomma c’era tutta.
Luca Greco è stato ammazzato con 13 coltellate e 3 colpi di pistola, tutti alle spalle, forse mentre tentava di fuggire. 4 invece i colpi d’arma da fuoco rinvenuti sul corpo di Massimiliano Marino, alla tempia, sul torace e sul polso. Era lui la vittima designata, quella che con i suoi apprezzamenti alla moglie del presunto assassino Mino Perrino, avrebbe firmato la sua condanna a morte.
L’autopsia è stata eseguita dal Medico legale Alberto Tortorella su incarico del PM Capoccia. Un nuovo tassello che si aggiunge alla ricostruzione fatta dai Carabinieri del nucleo investigativo di Lecce e dai colleghi di Campi e che ha portato all’arresto di Mino Perrino, presunto autore del duplice omicidio, e dei complici che lo avebbero aiutato subito dopo, nell’occultamento dei cadaveri nella cisterna dove poi sono stati ritrovati venerdì mattina.
Marino sarebbe stato ucciso per primo, Greco subito dopo: un testimone scomodo certo, ma anche lui colpevole agli occhi di Perrino di aver sempre coperto i tradimenti della sorella, in passato sposata con Perrino.
Intanto, nelle scorse ore si sono svolti davanti al Giudice Cinzia Vergine gli interrogatori dei tre indagati.
Presunto assassino e presunto complice restano in silenzio. A parlare, per fornire le sue verità, è stato solo Franz Occhineri: “Con l’omicidio non c’entro – ha detto – quel giorno ero insieme a mio figlio!”.