Cronaca

Feti ed arti umani nelle celle dell’Ospedale? Il Comune di Taranto: “Nessuna emergenza”

TARANTO  –  “Dovrebbe risolversi tutto entro pochi giorni”. Afferma l’Assessore alla Sanità del Comune di Taranto Vincenzo Baio, in replica alla notizia diffusa dal Presidente del Fondo Antidiossina onlus Fabio Matacchiera,circa un presunto accumulo di arti umani nelle celle frigorifere dell’Ospedale ‘SS. Annunziata’.

L’ambientalista, a partire da alcune indiscrezioni arrivate da un necroforo del Cimitero di Taranto, ha diffuso una nota dal testo davvero macabro: “Le celle frigorifere dell’Ospedale sarebbero piene di arti e resti di persone viventi che hanno subito amputazioni ed interventi chirurgici di vario tipo. Mentre – aggiunge ancora Fabio Matacchiera – le celle frigorifere del Cimitero sono tutte occupate da salme che non possono essere seppellite” per la questione dei terreni a ridosso della fabbrica, risultati inquinati dagli esami ARPA.

In pratica la catena dei lavori, che dovrebbe concludersi con la sepoltura di questi arti, si è incagliata per via dell’ordinanza comunale che ha bloccato i lavori dell”Ancòra’, la cooperativa che si occupa appunto dei seppellimenti. Fino a quando le celle del Cimitero saranno occupate, in ospedale, inevitabilmente gli arti amputati si accumuleranno. E con essi anche i feti di aborti spontanei.

Ma l’Assessore Baio assicura: “L’emergenza non c’è, e non si può neppure parlare di accumulo. Tra l’altro è stata utilizzata una terminologia inappropriata per descrivere la situazione”. Poi spiega: “In Ospedale le amputazioni avvengono per motivi di natura traumatica o vascolare.

Dopo si inviano al Cimitero 6-7 parti alla volta. Se il proprietario dell’arto ha una cappella lo si seppellisce lì, altrimenti vengono comunque inumati. Stesso discorso per i feti, per i quali a volte le famiglie fanno anche i funerali. Questa mattina stessa – e conclude – ho sentito Gimmy Carbotti, medico legale, che mi ha assicurato che in ospedale non c’è nessuna emergenza.

Che i pezzi accumulati sono una 15ina (in pratica un paio di carichi) e che, se si ritarderà ancora, chiederemo la possibilità di accedere ad altre aree cimiteriali. Intanto, volgono al termine i 30 giorni scattati a partire dall’ordinanza del Sindaco che ha sospeso l’attività dei lavoratori dell”Ancòra'”.

30 giorni in cui la cooperativa sta provvedendo ad attrezzarsi per la messa in sicurezza delle condizioni di lavoro, in quei terreni che, parlano i dati, sono avvelenati”.

 

 

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