
LECCE – Il turismo nel Salento è ancora un potenziale inespresso. Per farne una salda e affidabile fonte di vita per le imprese del settore basterebbe poco. A cominciare dalla concertazione. La CGIL Lecce e la Filcams CGIL Lecce intendono fare la propria parte.
Per questo hanno stilato un documento – ancora abbozzato – da sottoporre a parti sociali, Istituzioni, e mondo imprenditoriale affinché si possa, insieme, partorire un piano di sviluppo che possa dare risultati ottimali in tempi brevi
Il quadro tracciato dalla CGIL Lecce è la fotografia delle difficoltà del settore. Innanzitutto dal punto di vista occupazionale. Nell’ultimo anno l’11,7% dei licenziamenti – 6.109 – sono appartenenti solo al settore turistico. Precarietà, lavoro nero, sottoccupazione, fanno il resto.
Occorrerebbero dunque forme di premialità per le imprese e forme occupazionali come l’apprendistato che possano ridare ossigeno al settore. Ma i problemi sono anche altri.
Il patrimonio artistico culturale museale paesaggistico non è impiegato come dovrebbe, tende a deperire, i trasporti locali sono quasi insesistenti e l’erosione costiera rischia di dare il colpo di grazia al tutto.
Occorre sfruttare tutti i mezzi a disposizione perchè se è vero che il 70% del turismo pugliese è merito del Salento – e si parla di stime che non comprendono il sommerso – è vero anche che bisogna fare in fretta per non restare indietro.
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