Cronaca

Inchiesta sugli scomparsi, torna in carcere uno degli indagati

LECCE  –   Contatti telefonici con i due scomparsi: contatti che lui, ristretto agli arresti domiciliari, di certo non avrebbe potuto avere. Per questo motivo, Salvatore Liuzzi, 35enne brindisino ma residente a Squinzano, una delle tre persone finite nel registro degli indagati con l’accusa di favoreggiamento aggravato dalle modalità mafiose per la scomparsa di Luca Greco e Massimiliano Marino, sino ad ora agli arresti domiciliari, è tornato in carcere.

Ha palesemente trasgredito gli obblighi imposti dal regime degli arresti in casa: ovvero nessun contatto, nè per telefono, nè per via telematica, con persone non conviventi.

Invece, lui i rapporti con l’esterno li aveva: sono stati accertati dall’esame delle celle telefoniche e poi dalla successiva analisi del suo cellulare, ora nelle mani dei periti nominati dalla Procura.

Le indagini dei Carabinieri sulla vicenda del presunto caso di lupara bianca hanno dimostrato che Liuzzi non solo aveva contatti telefonici con l’altra indagata, la brindisina Giovina Vitale, ma li aveva avuti anche con marino e greco prima della loro misteriosa scomparsa.

Ecco perchè su richiesta del PM Giuseppe Capoccia, la Polizia lo ha riportato in carcere. Erano stati proprio gli agenti della Squadra Mobile di Lecce e Brindisi infatti ad arrestarlo insieme a Giovina Vitale, nel corso dell’operazione ‘Break open: facevano parte della banda che con una serie di spaccate metteva a segno furti e rapine in stazioni di servizio e tabaccherie, tra il nord Salento e Brindisi.

Oltre ai due brindisini le indagini del nucleo investigativo di lecce e dei Carabinieri di Campi Salentina hanno portato ad indagare anche la 22enne di Squinzano, Alessandra Bruni.

Al suo cellulare, qualche ora prima della scomparsa, arrivò un sms inviato dal cellulare di Massimiliano Marino, uno dei due scomparsi.

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