Cronaca

Veleni a Cutrofiano, la pesante eredità dell’ex discarica

CUTROFIANO (LE)   –   “Da questo cancello entravano i camion della spazzatura di Cutrofiano, da quest’altro accanto quelli di Sogliano. Poi sono arrivati gli autospurgo a gettare qui i liquami. Una volta, lo ricordo bene, abbiamo trovato un lago di melma”. Sono passati vent’anni, ma quell’immagine è rimasta nella testa di Corrado De Paolis.

Ed è rimasta perchè, oggi più che mai, ci si rende conto dell’eredità pesante lasciata dalle decine e decine di ex discariche tal quali disseminate nei comuni della provincia di Lecce e mai bonificate.

Qui siamo a Cutrofiano, a pochi metri dalla zona PIP e dalle abitazioni che, nel frattempo, sono sorte a ridosso. L’area pinetata nasconde solo una piccola parte di quella che era l’ex discarica di Contrada ‘Caraccio’, proprietà privata, tuttora, ed ex cava che nella sua pancia continua a contenere 56.505 tonnellate di rifiuti, estesi su 20.280mq.

Nel 2006, la caratterizzazione, vale a dire lo studio effettuato in zona attraverso carotaggi, ha rivelato che, ad una profondità variabile tra i 4 e i 6 metri dal piano calpestio, vi è una presenza oltre i limiti di determinati inquinanti (idrocarburi pesanti, cadmio, piombo), sostanze note per essere cancerogene. L’unica fortuna, qui, è che la falda è molto in profondità e al momento non risulta contaminata. La questione, però, è ritornata a galla proprio negli ultimi tempi, legata ad un progetto di completamento di opere di urbanizzazione primaria della zona PIP. In base a questo, il recapito finale, in cui far confluire il troppo pieno in caso di piogge abbondanti, è individuato nella cava dismessa limitrofa alla ex discarica.

Per il Comune di Cutrofiano, il pericolo paventato non esiste, ma l’Autorità di Bacino non ha ancora sbloccato il suo parere.

È in questo contesto che, a gennaio, è arrivata la nota del Servizio Ambiente della Provincia di Lecce, che, al netto delle valutazioni sulle opere in zona PIP, affonda il dito nella piaga, ritenendo “opportuno e prioritario intraprendere al più presto le azioni per arrivare alla bonifica e/o alla messa in sicurezza permanente della ex discarica”, per “evitare l’aggravamento della situazione nonchè la diffusione della contaminazione”. Di più. Si ritiene “opportuno” che, in via cautelativa, si valuti la presenza di contaminanti nel suolo di questa cava, prima di procedere a convertirla in vasca.

Il nodo, tuttavia, rimane quello di sempre, lo stesso coperchio che tiene sepolti ovunque i rifiuti di decenni nel ventre del territorio: non sono previsti fondi per le bonifiche. È il cortocircuito con cui deve fare i conti anche Cutrofiano, che nel 2006 e poi nel 2010 ha richiesto alla Provincia 930.000 € per la bonifica, ricevendo in cambio picche.

Venne data priorità alle bonifiche delle cave ipogee a sud. Per questa ex discarica di rifiuti solidi urbani ci sarebbe stato tempo. Forse, ora non più.

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