BRINDISI – Una città sgomenta, precipitata in un clima di terrore. E’ questa l’immagine di Brindisi dopo l’attentato all’istituto ‘Morvillo Falcone’, nel racconto del Sindaco Mimmo Consales, ascoltato nella nona udienza del processo che vede imputato Giovanni Vantaggiato.
Dalla testimonianza del primo cittadino, emerge una situazione drammatica, la diffusione di una vera psicosi, e il tentativo di governare il panico, alimentato dalle prime letture dell’attentato, legate all’ambiente mafioso e allo stragismo.
Consales si sofferma poi sull’organizzazione dei soccorsi, sulla mobilitazione del personale in occasione del funerale di Melissa Bassi e delle manifestazioni di piazza, e ricorda anche i frequenti contatti con la stampa e con i rappresentanti del governo.
E proprio mentre il Sindaco, in quel frangente, tentava di gestire la paura dei cittadini, iniziavano le sofferenze di alcune studentesse rimaste coinvolte nell’attentato.
Un’odissea comune, ricostruita sul banco dei testimoni dalle stesse protagoniste e dai medici che le hanno avute in cura, La mamma della 15enne, Federica Pagano, riferisce alla corte il dramma psicologico della figlia che dal 19 maggio vive nel terrore, chiusa tra le mura di casa.
Ha perso quasi completamente l’udito, invece, Anna Canoci, già ascoltata in precedenza dal Pubblico Ministero, e che torna in aula, sostenuta da una protesi all’orecchio sinistro, l’unico in grado di percepire suoni. Un danno permanente che la costringe a visite e controlli frequenti per i quali fino ad oggi, la Regione Puglia, non ha versato alcun contributo economico.
Traumi fisici e psicologici anche per Selena Greco e Azzurra Camarda confermati dagli stessi specialisti, il medico legale Lecce e lo psichiatra Colizzi, citati dagli avvocati Palmisano e Lillo, rappresentanti delle parti civili.
Nella prossima udienza, che si terrà il 14 marzo, sarà chiamato a testimoniare Cosimo Parato.