
S.MARIA DI LEUCA (LE) – Nessun risarcimento da 3 milioni di euro alla IGECO per la Colonia Scarciglia: lo ha deciso il Consiglio di Stato, chiudendo – o almeno si spera – la complessa vicenda dell’hotel a 5 stelle progettato nell’ex Colonia che sorge su Punta Mèliso, ai piedi del Santuario di Leuca.
Una struttura turistico-ricettiva il cui appalto per la progettazione e la gestione, bandito dalla Provincia di Lecce di Lorenzo Ria, era stata vinta a suo tempo dal gruppo di Roberto Colaninno, patron della Piaggio.
Un progetto che affondò nel Mare Magnum dei ricorsi amministrativi e dei sequestri penali, tanto che l’Agenzia del Demanio, originario proprietario dell’immobile, fece un passo indietro rispetto all’affidamento dell’edificio alla Provincia di Lecce – nel frattempo passata sotto la guida di Giovanni Pellegrino – tanto che alla fine Roberto Colaninno rinunciò al progetto con contorno di amare polemiche.
È a questo punto che la Provincia, ormai nell’era di Antonio Gabellone, decise di revocare tutto e di ripartire da zero. Anzi, da 3 milioni, cifra pari alla richiesta di danni della IGECO, cioè dalla ditta arrivata seconda rispetto al Gruppo Colaninno nel bando per la gestione della Scarciglia e che dopo la rinuncia chiedeva di subentrare nella gestione o di essere risarcita nel danno.
E qui arriviamo alla notizia più recente: la Provincia di Lecce, difesa dall’Avv. Pietro Quinto, ha visto riconosciuta la legittimità dell’operato dell’Amministrazione Gabellone con una sentenza del Consiglio di Stato che conferma quella precedente del TAR di Lecce e riconosce alla IGECO solo 23.000 €, pari al danno emergente.
Neppure l’aggiudicatario di un procedimento concorsuale – hanno deciso i supremi giudici amministrativi – può chiedere i danni per il mancato utile o per la perdita di altre utilità se l’Amministrazione decide l’annullamento dell’intera gara.
Cosa succederà ora della Colonia Scarciglia? C’è chi chiede di ritornare al progetto di valorizzazione turistica e c’è chi chiede di abbatterne il rudere e ripristinare la bellezza di uno dei punti più suggestivi del Salento. La decisione è tornata nelle mani della Provincia di Gabellone, con una certezza: una decisione, quale che sia, va presa. In modo da non lasciare quella colata di cemento sulla punta de finibus terrae com’è ora: brutta da un lato e inutile dall’altro.
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