NARDO’ (LE) – E sulla vicenda interviene il Sindaco di Nardò Marcello Risi: “Stimiamo e apprezziamo la professionalità e il coraggio civile del giornalista che scrive, Roberto Saviano, ma egli nella nota riporta in maniera rozza e scorretta la decisione dell’Amministrazione comunale.
Il Comune di Nardò non si è costituito parte civile perché, dopo una attenta valutazione, ha ritenuto più convincenti le argomentazioni del Tribunale del Riesame di Lecce che ha escluso i reati più gravi (riduzione in schiavitù).
Quanto al reato di caporalato – continua Risi – come lo stesso Saviano riferisce, è stato inserito nel Codice Penale nell’estate 2011. I fatti oggetto del processo sono precedenti.
La nostra Costituzione impedisce di perseguire penalmente un cittadino per un reato che non esisteva quando il fatto è stato commesso.
Perché deve lasciare interdetti la condivisione di un provvedimento di tre Ggiudici del Tribunale e il rispetto di un principio della Costituzione?
Venendo alla piaga dello sfruttamento del lavoro degli extracomunitari in agricoltura, il Comune di Nardò è senza esitazioni dalla parte degli sfruttati. Chiede, tuttavia, che si riferiscano correttamente le scelte assunte”.