Cronaca

La difesa dell’Esercito: “Torre Veneri senza veleni”

FRIGOLE (LE) –  A Torre Veneri non c’è Uranio e ci sono gli standard di sicurezza: lo dice l’Esercito, difendendo il Poligono finito nell’occhio del ciclone politico-giudiziario. Ma il Comune studia il disciplinare ambientale, dal quale emergerebbero falle.

“In merito al sopralluogo nel Poligono di Torre Veneri, disposto dalla Procura presso il Tribunale di Lecce, l’Esercito esprime la  massima fiducia nell’operato della Magistratura, confermando la piena collaborazione all’Autorità Giudiziaria nello spirito di massima trasparenza. 

Al riguardo  – si sottolinea nella nota stampa –  si precisa che nessun documento è stato prelevato o sequestrato e si ribadisce che le forze armate italiane non impiegano, né hanno mai impiegato, munizionamento contenente uranio impoverito e  che non esistono scorte di tale munizionamento in depositi militari italiani.

Per quanto riguarda il Poligono di Torre Veneri, un’indagine dell’ARPA Puglia, chiesta dalla Provincia di Lecce nel 2010, con accertamenti radiologici eseguiti presso l’area di esercitazione e in laboratorio su campioni di proiettili e sabbia, non ha evidenziato la presenza di Uranio impoverito.

La Scuola di Cavalleria non ha ad oggi ricevuto alcuna richiesta di incontro da parte dell’Assessore Andrea Guido e ribadisce la massima disponibilità a collaborare con le autorità locali,  sottolineando il proprio impegno verso la tutela ambientale, in special modo nelle aree che esso impiega. Tra l’altro, nell’ambito della spending review sono stati destinati, per la prima volta, circa 25 milioni di euro all’anno, nel periodo 2013-2015, per la bonifica dei Poligoni.

Nell’area del Poligono di Torre Veneri la forza armata ha implementato un nuovo disciplinare per la tutela ambientale di cui una copia è stata fornita al Comune di Lecce.

L’area addestrativa di Torre Veneri risulta essenziale per garantire l’operatività dei reparti dell’Esercito stanziati in Puglia e in particolare nell’area leccese e costituisce la ragion d’essere per mantenere e, probabilmente, aumentare sulla base degli esiti degli studi in corso sulla revisione della forza armata, l’attuale presenza militare”.

 

 

 

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