
SURBO (LE) – La mielofibrosi idiopatica è una malattia tanto grave quanto rara. Sul sito dell’AIL, l’associazione contro le leucemie, linfomi e mieloma, si legge che l’incidenza stimata della MI è di 0.5-al massimo 1.5 nuovi casi su 100.000 abitanti per anno e la media dell’età alla diagnosi è tra i 60 e i 70 anni.
Adriano non ha ancora 45 anni eppure questa malattia lo ha colpito. Lui è di Surbo. Venerdì inizierà il suo percorso di chemioterapia che, dopo 15 giorni, lo porterà al trapianto del midollo osseo.
La mielofibrosi idiopatica comporta l’invecchiamento precoce del midollo osseo e in più, Adriano ha il fegato e la milza gravemente compromessi.
Per questo gli è stato riconosciuto il 100% di invalidità. La richiesta alla quale invece si è sentito rispondere ‘no’ è quella per usufruire dei benefici della legge 104, che è quella che, una volta certificata la gravità di una situazione di handicap, concede ad un parente – in questo caso alla moglie – particolari agevolazioni e permessi dal lavoro per accudire il marito ammalato.
Nadia, sua moglie, dice il motivo del diniego è che la patologia del marito non è annoverata tra quelle per cui è prevista l’applicazione della 104.
Pare che, più semplicemente, i medici della ASL che hanno visitato il paziente, non abbiano riscontrato il particolare stato di gravità necessario per accordare i benefici della 104.
Nadia vuole sottolineare che, al momento, suo marito è autonomo, tranne quando arrivano i dolori lancinanti che non gli permettono neanche di camminare ma anche che, a partire da venerdì, lui sarà ricoverato, allettato dalla chemio e poi subirà il trapianto, dopo il quale inizierà un lungo calvario in casa.
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