LECCE – Non c’è solo la protesta, la vertenza sindacale, la notte passata ad occupare la Direzione generale. Sul servizio di 118 a Lecce iniziano ad addensarsi le nubi di possibili gravi irregolarità sulla concessione dei contributi a chi gestisce le postazioni del nord Salento.
Per il momento, riguardano una delle onlus affidatarie.
Secondo la delibera regionale del 1° luglio 2008, infatti, è previsto che alle associazioni di volontariato che utilizzino esclusivamente volontari, venga corrisposto un canone mensile di massimo 7.200 €.
A chi ha un numero massimo di dipendenti pari a 4 lavoratori, 17.000 €.
È stata mai applicata questa delibera?
È la domanda che l’USB pone all’Assessore regionale Ettore Attolini e agli uffici regionali e locali. Tutto parte dal licenziamento di 4 dipendenti a tempo indeterminato da parte di una delle onlus. Provvedimento divenuto effettivo il 1° ottobre. Nella delibera del 15 novembre, però, la ASL paga la fattura all’associazione senza decurtare gli importi e sborsa, invece che 7.200, il prezzo pieno di 22.697 €, stabilito sulla base di un contratto del 2004, poi rinnovato nel 2005 e prorogato nel 2009. L’adeguamento, al ribasso, non ci sarebbe stato e ora la verifica si estende anche alle altre 5 onlus.
Nel frattempo, si scalda anche la vertenza dei 46 dipendenti delle ditte ‘Ikebana’ e ‘Meleleo’, la cui internalizzazione in ‘Sanitaservice’ è sfumata a 7 giorni dal via. Avrebbe dovuto diventare operativa il 1° febbraio. Invece, è stata congelata dalla Regione.
Lecce stava fungendo da testa di ariete, scatenando aspettative e proteste degli altri operatori del 118 anche delle altre province. In primis, Brindisi. Le differenze, però, ci sono. Quelli da internalizzare a Lecce sono dipendenti di due ditte esterne, non di onlus. La ASL, cioè, ha in bilancio un capitolo dedicato alle società esterne per questo e che potrebbe assorbire nella sua in house.
Per il momento, nessuna risposta è giunta da Bari. Gli operatori si sentono qui abbandonati e senza risposte.