BRINDISI – “Niente secondo posto al Senato? E allora grazie tante ma torno orgogliosamente, ad occuparmi delle aziende di famiglie!” Lo avrebbe comunicato Massimo Ferrarese ai maggiorenti regionali e nazionali dell’UDC quando, a margine dello strappo conseguente all’ennesimo cambio di posto tra Senato e Camera, dove l’ex Presidente della Provincia di Brindisi è stato sballottato dalle bizze del Parlamentare uscente Salvatore Ruggeri, è sembrato ormai certo che quell’ambita postazione nel listone Monti era ormai irraggiungibile per il brindisino.
Che di tornare alla Camera, nonostante le pressioni del Coordinamento adriatico dello scudo crociato, su tutti il fedelissimo Ciro Argese, non ne ha proprio voluto sapere. Le trattative continuano frenetiche ad andare avanti ma, ferma restando la posizione assunta dal leader di Noi Centro, la partita sembrerebbe ormai chiusa.
Ferrarese potrebbe chiudere con la politica e tornare ad amministrare le aziende di famiglie. Un ruolo, quello dell’imprenditore, che il francavillese aveva ricoperto con successo negli scorsi anni, arrivando anche a ricoprire la carica di Presidente di Confindustria Brindisi.
In quell’ambito aveva conosciuto e stretto una fitta amicizia con Luca Cordero di Montezemolo che in queste ore, sarebbe addirittura sceso in campo in prima persona per cercare di salvare il salvabile. Ma Ferrarese, ormai sembra chiaro, di scendere a patti non ha nessuna intenzione. O Senato o nulla. E così in attesa di sorprese dell’ultima ora, le liste di Camera e Senato restano quelle pubblicate ieri sul sito dell’UDC.
Alla Camera, in ordine di eleggibilità, Cesa, Cera, Barattolo, Carlucci, il Presidente del Consiglio provinciale jonico-tarantino e la Vice Sindaco di Brindisi, Paola Baldassarre. Al Senato, D’Onghia, Ruggeri, Pannoli, Ruben, Longo e Nicola Bruni, intellettuale tarantino inserito a sorpresa, nel listone unico a fronte di scarsissime possibilità di elezione.
Questi, i fatti. A margine, le indiscrezioni. Che vogliono un Ferrarese furioso per l’atteggiamento dei vertici regionali del partito. Ma anche, un Cesa indispettito dalle richieste dell’’ultimo arrivato’. Ultimo, sì. Ma con un bacino di voti tale che venendo a mancare, potrebbe stravolgere notevolmente il risultato elettorale nell’intera circoscrizione.