Politica

Chiusi gli apparentamenti: Grande Sud e MIR, stretta sulle liste

L’accordo è arrivato in tarda serata, dopo una due giorni di trattative serrate e non facili. Ma alla fine la stretta di mano c’è stata. La Puglia prima di tutto confluirà nelle liste di Grande Sud per le prossime elezioni.

Il patto federativo temporaneo sarà perfezionato da martedì in poi quando si inizierà a parlare concretamente di liste.

Come e dove posizionare le varie anime dei partiti che compongono Grande Sud sarà la seconda parte di un lungo lavoro che dovrà terminare non più tardi del 21 gennaio, data ultima per consegnare le liste.

Lunedì si riuniranno i singoli partiti per raccogliere disponibilità di segretari provinciali, regionali, esponenti e amministratori a tutti i livelli. Dopodiché si procederà con il fondere le liste.

Dunque, capitolo apparentamenti chiuso anche per il centrodestra. A sostenere il capo della coalizione Berlusconi – che come precisa Alfano è diverso da candidato premier – ci sono 7 partiti: il PDL, come detto Grande Sud, Lega Nord, i Pensionati, Intesa popolare, La Destra di Storace e il MIR, Moderati In Rivoluzione, di Giampiero Samorì.

Anche per questa ultima nascente realtà, simbolo depositato al Viminale e campagna elettorale al via. Il 20 gennaio è prevista la prima manifestazione nazionale a Roma e in quell’occasione si riuniranno tutti i candidati a Camera e Senato.

Fino a quel giorno si lavora per perfezionare le liste che, comunque, sono quasi chiuse.

In Puglia, ad esempio, si è preferita la rappresentanza della società civile, del mondo professionale e imprenditoriale, attraversando tutte le fasce sociali.

Alla porta del MIR Puglia hanno bussato anche parlamentari uscenti, ma la risposta è stata un secco ‘no’. Samorì, infatti, ha posto una pregiudiziale che ha trovato terreno fertile nel Movimento Regione Salento, ovvero quella di non ricandidare i parlamentari uscenti.

Il vento nuovo che si intende far arrivare, dicono, non sta solo nei programmi ma anche nei volti che si sottoporranno al cospetto dell’elettore di Puglia. Dunque giovani, donne, amministratori capaci, professionisti e imprenditori. Proprio con questi ultimi Samorì avrà diversi incontri anche in Puglia quando verrà due volte per ragionare con i diretti protagonisti della vita civile del Paese.

Quanto alle liste, come detto, c’è da perfezionare alcuni posizionamenti. Il presidente del federato Movimento Regione Salento potrebbe non guidare più la lista al Senato ma essere candidato alla Camera, questo per una precisa richiesta di Samorì che vuole avvalersi a Montecitorio di una pattuglia di parlamentari capaci di dare forza elle proposte riformiste, come il neoregionalismo e il federalismo funzionale.

E da Pagliaro è arrivata risposta affermativa.

Dall’altro lato, nel centrosinistra, anche Bersani può contare su 7 partiti a sostegno. La coalizione sarà composta da PD, SEL, PSI, SVP, Centrodemocratico, Il megafono Lista Crocetta e Moderati di Portas.

Se i partiti ‘personali’ non sono nelle corde di Bersani e del centrosinistra, Nichi Vendola fa eccezione e SEL deposita al Ministero dell’Interno un simbolo con la dicitura Sinistra Ecologia Libertà con Vendola.

In settimana arriverà il leader di sempre dei democratici D’Alema a presentare la pattuglia di candidati che ambiscono ad un posto nei due rami del Parlamento. Ma sarà anche la settimana in cui i socialisti pugliesi che non avranno un posto nelle liste del PD capiranno il perché di una esclusione che, nelle altre regioni, non c’è stata. Si valuterà cosa fare e come reagire ad una penalizzazione che trovano incomprensibile.

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