BRINDISI – Alla vigilia della terza udienza del processo che vede imputati 13 dirigenti dell’ENEL e due imprenditori, è il WWF di Brindisi a mettere i puntini sulle ‘i’ e a chiedere un maggiore impegno nella battaglia contro il carbone.
“E’ chiaro – scrive il Presidente dell’Associazione, Teodoro Piscopiello – che i danni non siano stati subiti solo dai soggetti indicati come parte lesa, ma da un numero più ampio e indefinito di cittadini, rappresentati dalle numerose Associazioni ambientaliste e dalle Pubbliche Amministrazioni.
Ci amareggia aver notato – continua Piscopiello – che la Regione Puglia non si è affiancata a Provincia e Comune nella richiesta di costituzione di parte civile, Regione che a Taranto gioca il suo ruolo in difesa della popolazione e invece a Brindisi lascia correre tutto. La sua presenza avrebbe dato maggiore forza all’attività giudiziaria, soprattutto per l’ingiustificata e grave assenza del Ministero dell’Ambiente”.
“Il carbone è un nemico che ci danneggia”, si legge nella nota del WWF che ricostruisce il percorso del combustibile bruciato nelle nostre centrali. “Un combustibile che viene da paesi lontani, dove vengono calpestati i diritti dei lavoratori e che viene trasportato con navi che a loro volta bruciano spaventose quantità di carburante per raggiungere la costa brindisina. Altro che carbone pulito”, incalza il Presidente dell’Associazione.
“Alla polvere che si disperde nelle nostre campagne e nel nostro mare, bisogna aggiungere ciò che fuoriesce dalla ciminiera della Centrale ‘Federico II’. I 15 imputati – conclude Piscopiello – non sono gli unici responsabili di quanto accade a Brindisi. Le grandi aziende energetiche ‘a carbone’ e gli amministratori ‘disinteressati’ devono rendersi conto che stanno distruggendo il pianeta ad una velocità impressionante”.