BRINDISI – Hercules Haralambides torna sulla poltrona di Presidente dell’Autorità portuale brindisina. A deciderlo è stato il Consiglio di Stato che ha accolto la richiesta di sospendere la precedente sentenza del TAR di Lecce.
Un vero e proprio colpo di scena che arriva quando, ormai, erano in pochi a credere che il professore ellenico, giudicato dal Tribunale Regionale incompatibile proprio per nazionalità, con incarichi che presuppongo la possibilità di assumere decisioni economiche strategiche per l’economia nazionale, potesse alla fine spuntarla sul contendente Calogero Casilli, che a quella carica aspirava.
Secondo la IV Sezione del Consiglio di Stato, a margine dell’udienza tenutasi martedì mattina a Roma, il TAR si era sbagliato e pur senza conoscere le motivazioni che hanno portato alla decisione odierna, ha accolto in via interinale l’istanza cautelare promossa da Haralambides e quindi per l’effetto, sospende l’esecutività della sentenza impugnata.
Prevale, quindi, la tesi degli avvocati del greco, che davanti ai giudici avevano spiegato come il professore non avesse più mezzi di sostentamento, poiché a suo tempo aveva rinunciato alla cattedra presso l’Università Erasmus di Rotterdam e da metà giugno non riceveva più l’indennità dall’Autorità Portuale di Brindisi, essendo stata annullata la sua nomina.
“Haralambides è stato lasciato su una panchina di Brindisi”, aveva spiegato il suo legale. Ma ora, da quella panchina, l’ellenico può rialzarsi e riprendere il posto occupato, in questi 6 mesi, dal Commissario straordinario dell’Authority Ferdinando Lolli, il cui incarico sarebbe comunque scaduto il 26 gennaio. L’ultima parola spetterà però alla Corte di giustizia europea, chiamata ad esprimersi sull’annoso quesito: può un greco ricoprire un incarico così delicato in Italia? La domanda resta ancora senza risposta e la tredicesima fatica di Ercole rischia di entrare di diritto nella nutrita mitologia brindisina.