BRINDISI – Sarà il Giudice a decidere. Intanto, la difesa dei 15 imputati nel processo ENEL ritiene inammissibili le richieste di costituzione di parte civile presentate dalle associazioni ambientaliste e a tutela della salute, dal Comune e dalla Provincia di Brindisi, così come dai Comuni di Torchiarolo, San Pietro Vernotico e Trepuzzi.
E’ quanto è emerso dalla seconda udienza sulle polveri di carbone della Centrale di Cerano. Valutazioni che ruotano intorno a due fattori: il capo d’imputazione e l’accordo di programma del 2007.
Come sottolineato dai legali dei dirigenti ENEL, l’accusa non contesta reati ambientali, cui si appellano invece le aspiranti parti civili. Nel decreto di citazione a giudizio, firmato dal PM Giuseppe De Nozza, compaiono bensì i reati di getto pericoloso di cose, danneggiamento delle colture e insudiciamento delle abitazioni. Dal 2006, ha specificato l’Avvocato Laforgia, il diritto all’azione di risarcimento per reati ambientali è un’esclusiva del ministero dell’ambiente, che tra l’altro non compare nel processo. E al di là della sfera ambientale pubblica, di competenza dello stato, le osservazioni della difesa non ravvedono “danni diretti e specifici nei confronti delle associazioni ambientaliste, molte delle quali sono a carattere nazionale e quindi non svolgono un’azione capillare sul territorio”.
Entrando nel merito del Comune e della Provincia di Brindisi, le valutazioni della difesa sono legate alla sottoscrizione dell’accordo di programma del 2007, con cui si dava il via alla messa in sicurezza e alla bonifica del sito di interesse nazionale di Brindisi e che al tempo stesso, sanciva la rinuncia da parte degli enti a qualsiasi forma di risarcimento.
I legali degli imputati hanno, inoltre, puntato il dito contro l’ordinanza del Sindaco Mennitti che impediva la coltivazione dei terreni a ridosso della centrale, a loro dire un provvedimento inopportuno e la causa reale dei danni arrecati agli agricoltori.
Nemmeno i Comuni di Torchiarolo, San Pietro, Trepuzzi e la società partecipata ‘Santa Teresa’, secondo il Collegio difensivo, avrebbe i requisiti per costituirsi parte civile, così come altre 44 persone fisiche, che non sono state incluse dal PM De Nozza nella lista delle parti offese. I legali degli enti pubblici, delle associazioni e degli altri richiedenti hanno replicato in Aula alle valutazioni della Difesa e sarà il Giudice monocratico Francesco Cacucci a decidere sull’ammissione delle parti civili, nella prossima udienza del processo.