LECCE – Guardia di Finanza negli uffici e NAS in corsia. È la stretta su Sanitaservice, la società in house della ASLdi Lecce e che si occupa dei servizi di pulizia, ausiliariato, oltre che dei servizi informatici di Cup e Ced.
Il nucleo di tutela della spesa pubblica delle Fiamme Gialle ha acquisito tutta la documentazione relativa alla società, dall’atto di costituzione agli elenchi del personale, dal business plan al bilancio.
Una grossa mola di documentazione richiesta già a luglio nell’ambito non di un’indagine giudiziaria nata per impulso della Procura, ma di un serrato controllo amministrativo, coordinato dall’allora Maggiore Tiziano La Grua e figlio dei continui scioperi che in quel periodo, hanno portato anche alcuni lavoratori ad incatenarsi di fronte alla sede delle Direzione di via Miglietta.
È negli atti che si starebbe cercando risposta non solo alle loro richieste di aumento dell’orario di lavoro che avrebbe dovuto scattare a partire dal 1° giugno e tuttora bloccato, ma anche ai dubbi sollevati sulla gestione allegra del personale. I Finanzieri hanno portato via interi faldoni tanto che la ASL, tre settimane fa, ha dovuto richiedere di rientrarne momentaneamente in possesso per averne copia, come conferma il Direttore Amministrativo Antonio Vigna. La notizia emerge soltanto adesso, nel cuore della bufera che ha travolto Sanitaservice anche e soprattutto in tema di efficienza. I NAS sono tornati al ‘Fazzi’ in giornata per acquisire la documentazione relativa all’assenteismo, certificati medici, turni di servizio nell’ospedale di Copertino, dopo le ispezioni che nei giorni scorsi hanno evidenziato una situazione di sporcizia oltre i limiti della decenza.
Per il momento le indagini, che porteranno ad una informativa da inoltrare in Procura, sono circoscritte al nosocomio copertinese, ma sono già numerose le segnalazioni che arrivano anche da altri fronti, specie quelli periferici, soprattutto distretti e dipartimenti, tra cui Gagliano del Capo, oltre che da presidi importanti come Casarano, dove la situazione è cambiata solo dopo un forte richiamo del Tribunale dei Diritti del Malato, che ad ottobre ha inoltrato foto e un corposo rapporto all’Amministratore Unico di Sanitaservice, Luigi De Santis.
Che la situazione stia scivolando dalle mani era già chiaro da tempo. La lettera aperta che il Direttore generale Valdo Mellone ha fatto affiggere a maggio nei corridoi delle strutture sanitarie era eloquente: troppe assenze e un rischio troppo alto di portare all’affossamento delle internalizzazioni. “Se gli ospedali sono sporchi, la colpa non è dei lavoratori della società Sanitaservice ma della mancanza di un modello organizzativo in grado di rispondere alle migliori aspettative e quindi alle esigenze di pulizia del servizio sanitario”, tuona il sindacato più rappresentativo, l’USB.
Che rilancia la patata bollente: “Cogliamo l’occasione per segnalare un utilizzo del personale improprio. Infatti non tutti i dipendenti vengono utilizzati nei servizi di pulizia, molti anche in maniera inopportuna, sono impiegati in servizi amministrativi e pertanto la copertura dei servizi di pulizia diventa insufficiente a garantire la qualità necessaria.
Da tempo la nostra Organizzazione Sindacale ha chiesto all’Amministratore Unico di Sanitaservice srl e alla Direzione generale della ASL, di poter discutere e condividere una organizzazione del lavoro nella società in house che tenga conto delle esigenze di pulizia anche al fine di organizzare al meglio gli operatori che, è opportuno rammentare, hanno un rapporto di lavoro con un orario part-time.
E’ proprio la mancanza di un modello organizzativo che a nostro avviso ha generato una carenza nella qualità, tanto da indurre la nostra organizzazione sindacale ad avviare le procedure per uno sciopero generale di tutti i lavoratori che potrebbe tenersi il giorno 18 gennaio p.v.
A tal proposito abbiamo provveduto ad avviare le procedure di raffreddamento della controversia presso la Prefettura di Lecce”.