POLICORO (MATERA) – Hanno portato in strada il loro dissenso. Lo hanno argomentato e lo hanno urlato. Erano in 2.000 a Policoro, in mattinata, a manifestare contro il possibile arrivo delle trivelle nel Mar Jonio.
C’erano le associazioni ambientaliste, c’erano le parrocchie, i semplici cittadini. C’erano le 3 Regioni che si affacciano sulla porzione di mare interessata, Puglia, Calabria e Basilicata. C’erano i Sindaci, alcuni, non tutti. Di certo le rappresentanze dei Comuni di Taranto, Galatone e Gallipoli.
Per il resto, l’assenza degli altri primi cittadini e quella della Provincia di Lecce è stata evidente. È vero, infatti, che le 4 richieste di prospezione sismica sui fondali non riguardano direttamente la Regione Puglia, ma lo specchio d’acqua è lo stesso e le coste salentine sono troppo vicine ai luoghi individuati per i sondaggi.
Le indagini a cui mirano le compagnie petrolifere ‘Shell’ e ‘Apennine Energy’ hanno già ottenuto l’ok dal Ministero dell’Ambiente e dureranno 6 settimane. Servono a indagare le caratteristiche delle rocce e dei terreni del fondale marino e quel che è certo è che le multinazionali dell”oro nero’ non si stanno muovendo alla cieca.
Già da tempo estraggono greggio dalla pancia della Val d’Agri e sanno che la bolla che lo contiene probabilmente si estende fino al Mar Jonio. Il rischio, dunque, è più che concreto e fa il paio con quello che si preannuncia nell’Adriatico dove, di fronte a Brindisi, ENI estrae da tempo petrolio dal Campo ‘Aquila‘. E, sempre lì, altri due permessi di ricerca sono stati già accordati alla ‘Northern Petroleum’.
Chi ha sfilato a Policoro ha bene in mente cosa potrebbe accadere in un Salento assediato da entrambe le parti. Il corteo che ha attraversato gran parte della città è terminato al ‘Paraeraclea’, dove – dopo gli interventi di studiosi, associazioni ed istituzioni – i rappresentanti provinciali, regionali e comunali intervenuti hanno sottoscritto un protocollo diintesa contro le trivellazioni.
Una contrarietà netta e a priori, indipendentemente dalle miglia dalla costa indicate nella richiesta da parte delle compagnie petrolifere. “Il Mar Jonio non si tocca, nè può essere considerato strumento di arricchimento o di profitto per pochi a scapito di ogni logica ambientale e, soprattutto, affettiva per la nostra comunità cittadina”, ha rimarcato tra gli altri, il Sindaco di Gallipoli Francesco Errico.