CronacaEconomia

Abbandonato a se stesso il Monastero da 1 milione di euro

TREPUZZI (LE)  –   Doveva essere “l’esempio da seguire per tutti i monumenti religiosi abbandonati di Puglia”. Doveva essere il “simbolo dell’Unione dei Comuni del Nord Salento”. Dopo i lavori di restauro, però, il Monastero di Sant’Elia, a Trepuzzi, continua a sprofondare nella trascuratezza più assoluta.

Le pareti si screpolano, sotto la spinta dell’umidità. Non c’è nessuno ad areare i locali, neanche nelle giornate più assolate e i condizionatori nuovi di zecca, non sono mai stati messi in funzione. Al piano di sopra, lungo il corridoio l’incuria è ancora più evidente.

Ma c’è di peggio. La mancata vigilanza sull’immobile ha amplificato i danni. 6 mesi fa, infatti, ladri di rame hanno portato via fili su fili di oro rosso, tranciando tutti i cavi delle lampade, quelle ancora con l’etichetta appesa e manomettendo l’intero impianto elettrico, che è dunque da rifare.

Eppure, sul Monastero di Sant’Elia è arrivato il fior fiore di soldi pubblici. Il costo del recupero architettonico ha sfiorato, infatti, il milione di euro. Finanziamenti regionali, ottenuti in 3 diverse tranche, ma che pure non sono bastati a rimettere a nuovo l’intero immobile, una cui parte è ancora un rudere.

Il 1° lotto, avviato nel biennio 2002- 2003, è servito soprattutto a puntellare la struttura decadente.

Il 2° e il 3° sono stati completati nel corso degli anni, fino al 2009, quando si è tenuta l’inaugurazione in pompa magna.

Un percorso fino ad allora virtuoso dei 3 Comuni che per storia, affetto, prospettiva, sono legati al Convento cinquecentesco dei Frati Cappuccini. Pur ricadendo nel feudo di Trepuzzi, infatti, la proprietà appartiene anche ai Comuni di Campi Salentina e Squinzano, che nel 2002 avevano sottoscritto un accordo per la gestione associata. Lo acquistarono insieme da un privato, insieme lo hanno ristrutturato.

Ognuno ha voluto che uno spazio venisse intitolato ad un proprio artista, nel 2011. Ma la verità è che le occasioni per fruirlo sono state poche, non ci si è mai messi ancora d’accordo per darlo in gestione, né tanto meno per prevedere una vigilanza.

Per 3 anni ha avuto sede lì, l’‘Osservatorio Ambientale’ di Campi Salentina, consorzio di Comune e Provincia per il monitoraggio ambientale su polveri e inquinamento dell’aria. Ora che l’‘Osservatorio’ è in liquidazione, nel Convento non è rimasto neppure quello.

E i malviventi hanno fatto incetta anche dell’alluminio di una delle tre antenne per la misurazione, installate nel giardino. Non viverlo, non farlo vivere, un luogo porta anche a questo. Ma 1 milione di euro è stato speso e non si può far finta di niente. 

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