BRINDISI – La vicenda ha dell’incredibile e a poco più di un mese dall’inizio del processo per direttissima a carico del reo confesso attentatore di Copertino Giovanni Vantaggiato, responsabile dell’esplosione del 19 maggio alla ‘Morvillo Flacone’ di Brindisi, forse è meglio che sia tutto stato archiviato.
Il Procuratore Capo Marco Di Napoli, a pochi giorni dall’attentato e dalla morte di Melissa Bassi, era finito nel registro degli indagati per i reati di abuso d’ufficio e favoreggiamento personale.
L’uomo, prima del Procuratore, capace di commuoversi di fronte alla morte di Melissa e al dolore delle famiglie se non dell’intera Italia, indagato dopo la segnalazione di alcuni poliziotti della DDA di Lecce, che avevano intercettato una telefonata del 13 giugno tra l’Avvocato di Vantaggiato, Franco Orlando e la moglie del presunto stragista.
Nella telefonata, il legale dice che Di Napoli l’ha cercato nel suo studio, ma lui non c’era. Agli inquirenti, quindi, Orlando dichiarerà poi di aver parlato con Di Napoli, dopo essere stato invitato in Procura, del ricorso del Riesame sul punto di essere depositato.
Indaga la Procura di Potenza, con il PM Eliana Franco che giudica l’iniziativa di Di Napoli singolare ed inopportuna. Ma evidentemente non abbastanza per un rinvio a giudizio. La posizione del Procuratore Capo è stata così archiviata nelle scorse ore, ma restano i dubbi sul braccio di ferro, a questo punto ancora più evidente, tra le Procure di Brindisi e Lecce, già ai ferri corti sulle competenze del caso.
Per la DDA si tratta di terrorismo. Non per la Procura di Brindisi, che non ha ravvisato l’aggravante nei confronti del 58enne di Copertino. La chiave di svolta del processo, con una confessione piena da parte di Vantaggiato, si gioca fondamentalmente, su questo piano.