BARI – Se ne è parlato per mesi, sollevando un vespaio di polemiche di cui ancora oggi se ne sente l’eco. Il film ‘La nave dolce’– recentemente premiato fuori concorso al Festival del Cinema di Venezia – è finito nell’occhio del ciclone per un intreccio di ruoli e finanziamenti definito dai più “in aperto conflitto di interessi”.
La pellicola che racconta il drammatico sbarco della nave Vlora a Bari con migliaia di albanesi a bordo in cerca di futuro, è nata da un’idea di Silvio Maselli e Luigi De Luca, diretta da Daniele Vicari e scritta con Antonella Gaeta.
Dov’era il punto?
Che Antonella Gaeta è attuale Presidente dell’Apulia Film Commission, De Luca ne è Vice Presidente e Maselli Direttore. La Fondazione della Regione Puglia ha finanziato in parte i costi per la realizzazione del film, elargendo 68.000 euro.
Dunque, il punto secondo molti è che il finanziatore ha finanziato se stesso. Un plateale conflitto di interessi, insomma.
Gli interessati hanno annunciato querele, mandato smentite, hanno spiegato che la Gaeta è diventata Presidente dopo le riprese del film. Maselli, invece, ha chiarito i tempi: “L’idea filmica nasce da una serie di colloqui svolti nel 2009 e 2010 da me, Gigi De Luca e Ilir Butka. Nel luglio 2012 il film, nel frattempo terminato, viene selezionato al Festival di Venezia. L’Apulia Film può produrre e finanziarsi i suoi film – tuona Maselli – lo prevede lo Statuto”.
Già. Ed è proprio qui che i conti, almeno i nostri, non tornano.
Lo Statuto risulta modificato. Poco prima che iniziassero le riprese del film.
Lo dicono i documenti. Il primo Statuto approvato dall’Apulia Film Commission dal 2007, anno in cui è stata costituita, all’articolo 3, punto c, dice chiaramente che la finalità della fondazione è: “Sostenere la produzione e la distribuzione delle opere cinematografiche”.
L’8 novembre 2010 lo Statuto viene modificato. Alla vigilia delle riprese del film, stando alle dichiarazioni rese proprio da Maselli e citate prima. L’articolo modificato è sempre il 3, nel punto c e ora, invece, sancisce che la finalità della fondazione è: “Sostenere la produzione – o produrre anche direttamente – e la distribuzione delle opere cinematografiche”.
La chiave della modifica è in una frase: “o produrre direttamente”, che di colpo autorizza il conflitto d’interessi. Nessun dubbio sulla validità dell’opera, ciò che invece fa storcere il naso è il tempismo con il quale è stato modificato lo Statuto.
Dopo 3 anni dalla sua prima stesura e poco prima dell’inizio delle riprese del film, prodotto dei vertici di Apulia Film Commission. Strane, stranissime, coincidenze.