Cronaca

… E il Ministro diserta l’Anno Accademico

CAMERA DEI DEPUTATI SERVIZIO RESOCONTI

Resoconto stenografico della seduta del 08/11/12

(Elementi ed iniziative di competenza in merito ad irregolarità nello svolgimento di procedure concorsuali presso l’università del Salento – n. 2-01708)

PRESIDENTE. L’onorevole Mantovano ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01708, elementi ed iniziative di competenza in merito ad irregolarità nello svolgimento di procedure concorsuali presso l’università del Salento (vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti).

 ALFREDO MANTOVANO. Signor Presidente,  mi rivolgo alla rappresentante del Governo.

Ci sono articolazioni della nostra vita istituzionale e civile, la cui autonomia va rispettata nella forma e nella sostanza. Essa, infatti, l’autonomia, non vale in sé, ma vale in quanto è diretta a  perseguire obiettivi importanti, che vanno oltre le beghe e le polemiche.

L’autonomia di un ateneo universitario è al servizio di obiettivi come la libertà di ricerca, la formazione dei giovani e la loro proiezione verso il mondo del lavoro. Ma autonomia non significa ontonomia e ancora meno significa arbitro o disprezzo delle regole. Una lettura distorta dell’autonomia provoca la compromissione del perseguimento di quei beni e rischia di sostituire parole chiave come “formazione, ricerca, occupazione” con parole chiave come “sperperi, sprechi, illeciti”.

Nel corso degli anni l’università del Salento si è distinta, tra l’altro, per l’eccellenza della ricerca in alcuni settori di insegnamento, per numerose docenze di qualità, per la competenza e la dedizione di tanti collaboratori amministrativi e per la presenza di studenti ricchi di speranza e di buona volontà. Ma purtroppo da mesi, se non da qualche anno, le testate giornalistiche del territorio sono costrette, per dovere di cronaca, ad occuparsi dell’ateneo leccese, non per dare conto delle voci positive prima indicate, che pure non sono scomparse, ma solo per fare da cassa di risonanza a scontri interni, a denunce, ad accuse ed ad indagini penali.

Si impone un rasserenamento nell’interesse di tutti, nell’interesse degli studenti, del personale amministrativo e del corpo accademico, e ciò allo scopo, fra l’altro, di superare la condizione di disorientamento e di smarrimento che connota ormai quotidianamente quell’università.

E la serenità può derivare solamente da una operazione trasparenza, che non può limitarsi ad attendere gli sviluppi delle indagini giudiziarie in corso. Certo, deve svolgersi sapendo che l’autorità giudiziaria sta lavorando sulle denunce presentate, ma deve svolgersi al netto delle questioni giudiziarie.

Per questo, unitamente ai firmatari dell’interpellanza urgente, ritengo che sia utile da parte del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, avviare un iter che conduca ad un accertamento ispettivo.

So bene che non vi è un potere diretto in tal senso da parte del Ministero, ma sono altrettanto consapevole che si possano mettere in opera le condizioni perché ciò si verifichi da parte del Ministero per la pubblica amministrazione e la semplificazione, che non a caso è destinatario per la sua quota dell’interpellanza e, se necessario, della Corte dei conti.

Nel testo dell’interpellanza viene fatto riferimento ad un caso esemplare accaduto di recente di un concorso che, con un eufemismo, può qualificarsi opaco. È evidente che il concorso in questione è importante non in sé, ma in quanto emblematico di costumi e di prassi illegali,  illegittime, se non proprio illecite. Adopero questi aggettivi, non perché ho lo scudo dell’immunità che, perlomeno per quanto sto dicendo, può essere tranquillamente oggetto di rinuncia, ma perché sono state la giustizia ordinaria e quella amministrativa a permettersi tali qualificazioni quando si sono occupate di questa vicenda, ma francamente non avrei mai immaginato che subito dopo la presentazione dell’interpellanza, sarebbero venute fuori vicende di gravità notevolmente superiore rispetto a quella illustrata nell’atto di sindacato ispettivo.

È così accaduto che i media del territorio abbiano riferito, riprendendo fatti oggetto di antecedenti denunce alla magistratura, che il direttore amministrativo, dottor Miccolis, che è uno dei protagonisti della vicenda alla base dell’interpellanza in esame, poi divenuto direttore generale, un funzionario fortemente voluto a Lecce dall’attuale rettore ingegner Laforgia a partire dall’inizio del 2010, fosse solito convocare taluni dirigenti amministrativi dell’università o taluni rappresentanti del sindacato che si erano distinti per esigere il rispetto delle regole dei concorsi e, invece – come ci si sarebbe atteso – di manifestare apprezzamento per il loro lavoro, era solito proporre rapide progressioni in carriera a condizione che smettessero di contrastare l’illegalità. Qualora poi costoro avessero rifiutato questi “consigli”, il che è avvenuto, il seguito consisteva nel trasferimento punitivo da un ufficio all’altro – quello di destinazione di minor rilievo rispetto a quello di provenienza – nell’avvio di procedimenti disciplinari, nella proposizione di querele.

Subito dopo la presentazione di questa interpellanza, il rettore ha difeso senza incertezze il direttore generale salvo poi, quando sono venute alla luce vicende così gravi come quelle appena menzionate, prenderne distanza dapprima sospendendolo e poi esigendone le dimissioni. Eppure il rettore Laforgia non si è limitato a coprire, finché possibile, e per certi aspetti anche oltre il possibile, il direttore Miccolis: ha manifestato in prima persona situazioni di serio conflitto di interesse, essendo per esempio coinvolto in società alle quali l’università di cui è a capo ha affidato consulenze remunerate con svariate di decine di migliaia di euro e le smentite inviate ai media, in particolare ad una emittente televisiva che aveva denunciato tale imbarazzante situazione, sono state palesemente contraddette dall’esibizione da parte degli stessi media di documentazione ricavata da semplici ricerche effettuate su Internet. Ma di questo magari parleremo in un’altra interpellanza.. Ciò che – e mi avvio a concludere – tuttavia preoccupa è la situazione di conflittualità attivata dal rettore in un modo che ha assunto tratti difficilmente sanabili, con larga parte dei sindacati, dei docenti, del personale amministrativo, degli studenti ed anche con chi dall’esterno ha provato ad interessarsi delle vicende dell’ateneo. Le reazioni da parte sua alle perplessità manifestate o alle richiesta di trasparenza, sono consistite in querele contro i  rappresentanti sindacali, in minacce di querele contro i giornalisti, nell’incredibile offerta pubblica rivolta a chi sta parlando di indicare  propri amici nelle commissioni di gara per l’aggiudicazione degli appalti – segno evidente dell’assenza di qualsiasi pudore – nel vantare vicinanza al Ministero e ai suoi vertici millantando imminenti e plurime presenze del Ministro dell’istruzione e dell’università nell’ateneo che, voglio sperare, saranno smentite dalle parole e dai fatti, e per questo attendo con fiducia la risposta del rappresentante del Governo.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca, Marco Rossi Doria, ha facoltà di rispondere.

MARCO ROSSI DORIA, Sottosegretario per l’istruzione, l’università e la ricerca. Signor Presidente, ringrazio l’onorevole Mantovano per questo intervento, per questa interpellanza, e anche per quanto ha voluto aggiungere. L’atto parlamentare in trattazione verte sulla complessa situazione determinatasi presso l’Università del Salento a seguito dell’espletamento di un concorso a tre posti di personale amministrativo le cui modalità di svolgimento sono state contestate con una serie di iniziative giurisdizionali, anche di natura penale. In particolare, gli onorevoli interpellanti si soffermano sugli esiti del ricorso al TAR Puglia – Sezione di Lecce – conclusosi con sentenza n. 136 del 25 luglio 2012, e su quanto esposto dalla procura della Repubblica nel decreto di archiviazione dell’indagine penale avviata a seguito della denuncia del direttore amministrativo dell’ateneo.

I medesimi interpellanti illustrano altresì la situazione conflittuale venutasi a creare tra il direttore amministrativo e il responsabile della procedura concorsuale, e chiedono che venga effettuata un’indagine ispettiva finalizzata a verificare i comportamenti tenuti dai vari soggetti coinvolti. Al riguardo, si dà notizia degli ultimi sviluppi della vicenda in argomento, successivi alla data di presentazione dell’interpellanza, così come comunicati al Ministero dal rettore dell’Università del Salento. In particolare, quest’ultimo ha informato che in data 20 ottobre 2012 è stato pubblicato un articolo di stampa riportante un colloquio privato intercorso tra il direttore amministrativo e il responsabile della procedura concorsuale. Il contenuto della conversazione, così come riportato, ha indotto il vertice dell’ateneo a emettere un provvedimento di sospensione del direttore amministrativo in attesa delle determinazioni del consiglio di amministrazione.

Quest’ultimo organismo, riunitosi il 23 ottobre 2012, hadeliberato di confermare la sospensione invitando il direttore a presentare le dimissioni. Quanto alla questione relativa alle dichiarazioni del responsabile della procedura concorsuale, riportate in un articolo pubblicato nella Gazzetta del mezzogiorno in data 13 agosto 2012, il consiglio di amministrazione, nella stessa seduta, ha ritenuto non dover presentare querela. In data 24 ottobre 2012 il direttore amministrativo, accogliendo l’invito del consiglio di amministrazione, ha rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico con decorrenza 1 novembre 2012. Il Ministro sta seguendo con particolare attenzione, da vicino, l’intera vicenda (per quanto riguarda le sue visite, non sono state in alcun modo confermate, come l’onorevole Mantovano sa perché siamo in continuo contatto come Ministero su questa questione delicata ed importante) e si adopererà  nei prossimi giorni ed entro i limiti previsti dalla normativa vigente (così come è stato peraltro riportato dall’interpellante) per attuare le iniziative necessarie al fine di accertare la situazione in esame.

 PRESIDENTE. L’onorevole Mantovano ha facoltà di replicare.

ALFREDO MANTOVANO. Signor Presidente, vorrei ringraziare il sottosegretario, professor Rossi Doria, perché nella sinteticità della risposta mi pare che si apra uno squarcio di speranza. La risposta data dal Governo, conferma che le preoccupazioni che erano alla base dell’interpellanza non erano campate in aria, ma lo dimostra ancora di più la sequela di vicende che sono venute dopo la presentazione dell’interpellanza medesima. La risposta conferma, altresì, come questo atteggiamento di arroganza non paghi. Millantare un appoggio da parte addirittura del Ministro stampando degli inviti in cui  il nome del Ministro compare (addirittura in due eventi a distanza di pochi giorni,l’uno dall’altro) è una bugia che poi, come abbiamo ascoltato, ha le gambe molto corte. Ma io vorrei soffermarmi non tanto su questo quanto, in pochi secondi, su ciò che emerge dalla parte conclusiva della risposta.

È ovvio che la soddisfazione sarà completa nel momento in cui ciò che viene detto troverà piena concretizzazione e, da questo punto di vista, mi permetto di sollecitare una rapidità di intervento. So bene che, quando si tratta di amministrazioni dello Stato importanti, i tempi di intervento non sono i più veloci, ma ci sono casi in cui la fisiologica lentezza va superata per evitare che l’intervento delle istituzioni ci sia quando ormai nella sostanza non serve più. E qui le istituzioni, i Ministeri interessati e lo Stato, è il caso che intervengano prima che lo faccia con i propri atti l’autorità giudiziaria. Dopo sarà qualcosa di scontato, prima ha il senso di affermare, non col tasso di fisiologica traumaticità che hanno in generale i provvedimenti giudiziari, che c’è un limite all’arroganza e alla prepotenza riconoscibile con chiarezza anche al di fuori delle aule di giustizia. E questa affermazione la attendono larga parte dei docenti, del personale amministrativo e degli studenti dell’ateneo del Salento e mi permetto di dire che non soltanto la attendono, ma la meritano.

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