LECCE – Un percorso lungo 18 anni, fatto di battaglie culturali, lotte sindacali, tutela degli studenti, su più fronti. Un percorso che consegna oggi all’Università del Salento una realtà nuova, modificata: l’Udu – l’Unione degli Universitari – cambia pelle e diventa ‘Link’, aderendo al Coordinamento nazionale di riferimento, per poter aver più voce in capitolo a livello più alto, per avere maggiore formazione sociale, un ruolo ancora più autonomo e indipendente da altri soggetti politici.
L’annuncio, nel primo convegno organizzato al Rettorato, arriva nel giorno in cui si chiudono i termini per le iscrizioni al nuovo anno accademico, che porta con sé problemi che si complicano e si moltiplicano e che quest’anno assumono anche un sapore diverso alla luce della bufera giudiziaria e polemica che si è abbattuta sull’Ateneo salentino.
Problemi che riguardano innanzitutto il crollo delle iscrizioni da 28 a 22.000 iscritti negli ultimi 3 anni e all’impennata degli abbandoni, 3.000 quest’anno, causati da chiusura dei corsi di laurea, introduzione del numero chiuso, aumento vertiginoso delle tasse, con il raddoppio da ultimo, quest’anno, del contributo regionale da 70 a 140 euro.
E’ di questi nodi che avremmo voluto parlare anche con il Rettore Domenico Laforgia, pure presente senza tuttavia, ottenere udienza. Il terremoto delle ultime settimane non ha fatto che gettare benzina sul fuoco.
Dell’Udu rimane anche questo, l’autorevolezza sui temi più importanti, oltre alla capacità di incidere sulla micro vertenzialità. Lo slogan di ‘Link’ rimane sulla stessa lunghezza d’onda, “liberare i saperi”, tutelare il diritto allo studio, quello fatto anche di borse di studio e alloggi, che per ora sono ancora ridotti, quello fatto anche dell’osmosi con il territorio.
Ecco, perchè l’obiettivo è anche quello di uscire fuori dai confini e conquistare il Salento.