BARI – Se condannato, mi ritiro dalla politica: l’annuncio viene da Nichi Vendola in un post on line: “Una sentenza di condanna, sia pure relativamente ad un concorso in abuso d’ufficio, per me sarebbe un punto di non ritorno, segnerebbe un mio congedo dalla vita pubblica. Ma una sentenza ispirata a verità e giustizia credo che restituirà a me quello che mi è dovuto, cioé la mia totale innocenza”.
Queste le parole precise di Vendola, per il quale i Pm della Procura di Bari hanno chiesto una condanna a un anno e 8 mesi per aver esercitato pressioni sull’ex Direttore generale della Asl di Bari Lea Cosentino, al fine di riaprire una procedura per un concorso a primario nell’ospedale ‘San Paolo’ di Bari.
La stessa Lea Cosentino, grande accusatrice del Governatore, ha però oggi ridimensionato le sue accuse. “I miei avvocati hanno spiegato tecnicamente che non c’é reato”.
Ha detto la Cosentino lasciando gli Uffici giudiziari a conclusione dell’udienza del processo in cui è imputata insieme con Vendola. Oggi in aula i difensori della Cosentino – gli Avvocati Francesca Conte e Massimo Roberto Chiusolo – hanno fatto un passo indietro, ridimensionando l’impianto accusatorio che si basa soprattutto sulle dichiarazioni dell’allora Direttore generale.
Una circostanza che Vendola non ha mancato di sottolineare: “La Procura – ha detto il Presidente – ha avanzato una richiesta esorbitante rispetto al teorema accusatorio che è stato in parte smontato dalla difesa della stessa accusatrice, la dottoressa Lea Cosentino. Le due difese hanno completamente ridimensionato – ha spiegato Vendola – la portata di quell’interrogatorio da cui origina l’indagine penale”.