Cronaca

E ora l’Università vuole ‘punire’ De Pascalis e Margiotta

LECCE – E’ l’ultimo articolo della delibera con cui il Consiglio di Amministrazione dell’Università del Salento, tre giorni fa, chiedeva all’unanimità le dimissioni – poi arrivate – del Direttore generale Emilio Miccolis.

Dopo la pubblicazione delle conversazioni tra il direttore ed i sindacalisti Manfredi De Pascalis prima e Tiziano Margiotta poi, in cui Miccolis avrebbe tentato di convincere i due ad essere più morbidi con i vertici dell’Ateneo ed a cambiare ufficio (De Pascalis avrebbe dovuto spostarsi dall’ufficio reclutamento e concorsi), è esplosa la bufera.

Quelle registrazioni sono arrivate in Procura e ben 4 fascicoli sono stati aperti per verificare la veridicità di quanto accaduto, far luce su quello che sarebbe stato detto negli uffici universitari, per -in una parola – indagare alla ricerca di fango ed ombre nell’Ateneo salentino.

Ma nell’ultimo articolo, si legge che il CdA delibera di: “Invitare la Direzione Generale, per le ragioni indicate in premessa, a valutare l’opportunità di avviare eventuali provvedimenti disciplinari nei confronti del sig. Manfredi De Pascalis e del dott. Tiziano Margiotta per i fatti di cui alla presente delibera”.

In altre parole, ora l’Università valuta una ‘punizione’ per  Manfredi De Pascalis (dipendente in servizio presso l’Ateneo e dirigente sindacale della CGIL-FLC) e per  il Dott. Tiziano Margiotta (dipendente in servizio presso l’Ateneo e dirigente sindacale della UIL), tenuto conto – si legge ancora – delle considerazioni emerse nel corso del dibattito e valutando la condotta del Sig. Manfredi De Pascalis e del Dott.Tiziano Margiotta come suscettibile di rilevanza sotto il profilo etico e disciplinare.

Dunque tra i provvedimenti urgenti inerenti la vicenda, sottoposti all’attenzione del CdA, c’è anche la condotta dei due sindacalisti che hanno registrato le conversazioni incriminate.

D’altronde lo aveva detto il Rettore, nella comunicazione con la quale motivava la sospensione di Miccolis: “D’altra parte – aveva scritto Laforgia – è eticamente inqualificabile che un dirigente sindacale circoli in Ateneo con registratore in tasca”.

Di sicuro non resteranno a guardare i sindacati, i cui vertici nazionali si sono già complimentati con i colleghi leccesi che, registratori alla mano, hanno fatto la scelta di denunciare.

 

 

 

 

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