
TARANTO – Chiusi i lavori sull’Aia. E mentre il Ministro all’Ambiente Corrado Clini parla, soddisfatto, di trasparenza e buon lavoro, si scatena il fronte ambientalista. Un punto in particolare ha fatto scattare la reazione di Alessandro Marescotti di Peacelink, di Angelo Bonelli, leader nazionale dei Verdi.
“L’art. 8, altro che trasparenza – dicono gli ambientalisti – la considerazione dell’articolo 8 non è per niente chiara. Non basta – dicono – l’impiego delle migliori tecnologie disponibili. Servono le migliori tecnologie in assoluto”.
“Una cosa è autorizzare un’acciaieria nel deserto e un’altra è autorizzare la più grande acciaieria d’Europa accanto al quartiere Tamburi che presenta eccessi di mortalità e di ricoveri per le emissioni industriali – scrive Marescotti – una cosa è autorizzare un’industria dotata delle migliori tecnologie e un’altra è autorizzare impianti posti sotto sequestro per ordine della Magistratura.
Avevamo sollecitato la Commissione Aia e il Ministro – assieme ad altre associazioni, scrive Marescotti – ad attenersi all’articolo 8 del decreto legislativo 59 del 2005 (che prevede l’adozione di misure supplementari più rigorose e le migliori tecnologie). Non ci è dato sapere se tutte queste nostre sollecitazioni abbiano fatto breccia nella Commissione Aia oppure no – e ribadisce – questo è il livello di trasparenza che il Ministro Clini vanta.
Non ci sono state date, infatti, garanzie che sia assicurata una ‘messa a norma’ dell’area a caldo dell’Ilva secondo gli standard europei più rigorosi. Lanciamo, pertanto, un appello a tecnici e politici. Fate attenzione – dice l’ambientalista – questa Autorizzazione non riguarda solo le tecnologie, ma le vite umane. Non ci sono compromessi da fare fra vita e produzione: la vita è tutelata costituzionalmente in modo assoluto, incomprimibile e prioritario.
Autorizzare (anche solo in forma transitoria per qualche mese) ciò che è sotto sequestro sarebbe gravissimo e farebbe scattare probabilmente nuovi esposti alla Procura della Repubblica dinuovo sull’Aia. E sempre sull’articolo 8, importantissimo, chiediamo che poi che il Comune di Taranto voti come quello di Statte per l’applicazione della norma”.
Dubbi sulla nuova Aia anche da Bonelli: “La frettolosa riscrittura dell’Aia rischia di diventate un nuovo lasciapassare per continuare ad inquinare – e spiega – c’é una differenza sostanziale fra l’ordinanza del Gip e il rilascio dell’Aia. Mentre l’ordinanza del Gip impone che da subito cessino le emissioni inquinanti che ‘provocano malattia e morte’, l’Aia rappresenta una promessa che nei prossimi 5-6 anni l’Ilva, per ridurre le pericolose emissioni inquinanti, applichi le migliori tecnologie disponibili (anche dal punto di vista economico) per l’azienda. Vista la situazione di Taranto occorre andare oltre le migliori tecnologie disponibili. Servono le migliori in assoluto, previste dall’articolo 8”.
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