LECCE – Emergenza rifiuti rientrata in ‘zona Cesarini’, ma i debiti restano e sotto accusa finisce l’intero sistema di gestione degli Ato in provincia di Lecce. In queste ore, dunque, ritornano in funzione gli impianti di trattamento e compostaggio della Cogeam a Poggiardo, Ugento e Cavallino, bloccati contestualmente dallo sciopero dei dipendenti non pagati da 2 mesi e dalla serrata dei gestori per la dichiarata impossibilità di smaltire i rifiuti, a causa della notevole mole di crediti vantati nei confronti dei Comuni, la gran parte ricadenti nell’Ato Le/2.
Un’emergenza ciclica e che ogni volta si sblocca appena i Comuni morosi decidono di riaprire i cordoni della borsa. Entro la prossima settimana, infatti, arriveranno nelle casse della Cogeam 2 milioni di euro, mentre gli operai saranno pagati in questi giorni attingendo al patrimonio del Gruppo Marcegaglia.
Per porre fine definitivamete al caos spazzatura, però, sarà mercoledì il giorno cruciale, quando sul tavolo della Prefettura approderà l’intera mole di debiti vantati dalla Cogeam, in totale 6 milioni fino al 30 aprile nei confronti dell’Ato e 2 milioni maturati nei mesi estivi da parte dei Comuni. Improrogabile per l’azienda la calendarizzazione del piano di rientro con ogni singolo municipio, necessità che sarà richiesta anche dalle ditte che si occupano della raccolta, visto che ad oggi la ‘Lombardi Ecologia’ vanta in totale 4 milioni, mentre i trasportatori altri 2 milioni.
Debiti che, per alcuni Sindaci, sono tutta colpa del modello consortile Ato. L’accusa arriva dal Sindaco di Uggiano La Chiesa, Salvatore Piconese, che accusa il Consorzio dei Comuni di incapacità amministrativa di gestire il ciclo dei rifiuti e di inadeguatezza sia nel garantire il versamento delle quote dei singoli Comuni, sia nel bloccare l’innalzamento dei costi del servizio.
Sulla rimodulazione degli aro, invece, punta l’indice il primo cittadino di Vernole, Mario Mangione, per cui è inopportuno rimettere in discussione le aggregazioni già concertate, i progetti commissionati ed ormai esecutivi anche in considerazione che molti enti locali ha in regime di ‘prorogatio’, da lungo tempo, il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti alla vecchia concessionaria e non sono più confacenti ulteriori proroghe.