BRINDISI – Emy, e suo marito Nando, non si rassegnano. Del resto è impresa impossibile accettare e convivere con la morte di un figlio, specie se il destino lo strappa ai suoi affetti più cari quando è nel fiore degli anni. Marco Bungaro aveva solo 25 anni quando, la sua vita si spezzò sulla Lecce-Maglie, mentre in auto stava rientrando a casa, nella sua Brindisi, dopo una serata in discoteca.
Sul luogo della tragedia vigili del fuoco, carabinieri e 118. La disperata corsa al Fazzi di Lecce. Dopo due giorni di agonia, il giovane brindisino non sopravvisse alle ferite riportate nell’impatto. Era il 6 maggio di due anni fa.
Emy e Nando non esitarono: gli organi del loro adorato figlio, avrebbero regalato la vita ad altre persone. E così fu.
A Marco furono espiantati fegato, reni e cuore.
Ora i suoi genitori lanciano un appello, e lo fanno attraverso Facebook, per conoscere le persone che hanno ricevuto i suoi organi. Nonostante i dati dei trapiantato siano coperti da massimo riserbo, la donna è riuscita a sepre che il fegato è andato a Pisa, i reni sono andati a Verona, il cuore è stato impiantato a Bari, a un uomo della Basilicata.
“Non vogliamo essere invadenti o instaurare con loro un rapporto morboso”, scrive “vogliamo soltanto comprendere se l’atto di generosità di nostro figlio abbia davvero ridato la vita e la felicità a qualcun altro”. “Ci basterebbe solo spare come stanno”.
I genitori di Marco, nonostante tutto, e soprattutto nonostante la legge, non si sono mai arresi. Combattono insieme agli altri famigliari di vittime della strada iscritti all’associazione Aguvs di Fasano e ad altre onlus di tutta Italia, per ottenere l’inasprimento delle pene a carico di chi, guidando in stato di alterazione
psicofisica, provoca la morte di altri. Cosa che accadde al loro sfortunato ragazzo.