LECCE – Il Circolo Tennis di Lecce sprofonda nel caos. I soci, durante l’assemblea del 3 settembre, hanno respinto il bilancio preventivo, sfiduciando di fatto l’operato del Consiglio direttivo e del Presidente: l’ex Consigliere comunale Antonio Pellegrino che commenta amareggiato: “Tutto è accaduto perchè ho proposto di aumentare la retta, da 55 a 100 euro mensili, con l’utilizzo gratuito per i soci e rispettive famiglie dei campi e della struttura che da quando ho preso le redini della situazione, è tornata a risplendere, diventando appetibile”.
Ora si dovrà tornare in assemblea il 3 ottobre prossimo, nel corso della quale i soci sceglieranno il nuovo Consiglio direttivo e annesso Presidente. Sulle spalle del Circolo Tennis, struttura di proprietà comunale in uso ad un’associazione privata, tuttavia esiste una pesante situazione debitoria che lo stesso Pellegrino ammette: “Quando ho assunto la Presidenza del Circolo, a gennaio dell’anno scorso, l’eredità lasciata dal mio predecessore, Starace, non era delle più rosee: 110 mila euro, struttura fatiscente e canoni d’affitto da 3 anni non corrisposti al Comune di Lecce.
Io – prosegue – ero di fronte ad un bivio: mettere a norma il Circolo e rifare i campi, oppure chiudere. Ho scelto la prima, con l’assenso dei soci che hanno approvato le spese e il piano di rilancio del Circolo sia nel bilancio preventivo che in quello consuntivo del luglio dell’anno scorso”.
E allora perchè a distanza di un anno i soci hanno teso lo sgambetto al Presidente? Pellegrino non ha dubbi: “Perchè ho chiesto l’aumento della retta. Non esistono altri modi per rientrare la situazione debitoria. Con una differenza – spiega – oggi il circolo è una struttura competitiva, appetibile e in grado di accogliere importanti gare di tennis, in più abbiamo un ristorante che è stato rilanciato grazie alla gestione di uno dei più rinomati ristoratori leccesi”.
Ora il Circolo senza bilancio non può andare avanti, la parola torna ai soci. Di sicuro chi succederà a Pellegrino dovrà gestire la gravosa situazione debitoria di un’associazione privata, in una struttura comunale e verso la quale ha altri debiti per canoni d’affitto non corrisposti negli anni passati.