
LECCE – Il 5 settembre 1999 apriva il mercato di Settelacquare, con il trasferimento di 90 commercianti da Piazza Libertini alla periferia della città. Tredici anni dopo, la situazione è questa: saracinesche abbassate e banchi della frutta e verdura vuoti.
E’ il paradosso leccese. Se nelle altre città, infatti, i mercatini vengono presi d’assalto proprio come risposta alla crisi, qui, invece, non gira moneta e l’estate ha dato il colpo di grazia ad un commercio che da tempo langue.
Sono quasi una decina i box che hanno chiuso i battenti negli ultimi mesi, dai bar alle spezierie ai banchi delle macellerie vuote. Deserte le postazioni dell’ortofrutta: alle 8 che erano state cancellate, si aggiungono ora quelle con i teli coperti o completamente libere. Un’immagine forte e che dà il senso dello svuotamento. Pochi clienti, zero appeal, nessun rilancio, troppa concorrenza. È un mix letale quello che strozza i commercianti. E ad uno ad uno hanno mollato in molti. I 90 di un tempo si sono ridotti a circa 58.
Aspettano un trasferimento, ancora in alto mare, in Piazza Tito Schipa. Ma su questo lanciano un avviso e non fanno sconti: “Noi abbiamo la precedenza in quell’assegnazione in centro. Che nessuno se lo dimentichi”.
I loro umori oscillano tra la rassegnazione e la rabbia di dover fare i conti con una struttura nata per essere temporanea e che continua a rimanere precaria. Bagni chiusi, postazione dei vigili chiusa, crepe sui muri, orario di apertura solo per metà giornata. Certo che così, nonostante i prezzi stracciati, è impossibile battere la concorrenza delle medio grandi strutture di vendita a cui il Comune ha rilasciato la licenza proprio a pochi metri da qui. E loro lo sanno. “Quando ci hanno fatto trasferire a Settelecquare – denuncia un commerciante – da Palazzo Carafa ci avevano promesso che nessun ipermercato avrebbe aperto nel raggio di 500 metri”.
Poco più in là, ciò che avrebbe dovuto ospitare i commercianti che attualmente sostano in Piazza Libertini, il risultato dell’investimento da un milione e mezzo di euro, di cui 309.875euro di fondi regionali e il resto a valere sul bilancio comunale. Un milione e mezzo di euro impiegato per costruire le 48 strutture amovibili, suddivise in quattro isole, i cui lavori sono iniziati a marzo del 2011, ultimati dall’inizio dell’anno, ma con posteggi ancora inattivi.
Eppure, doveva essere questa struttura a trainare anche il mercato coperto di Settelacquare e quello nei box affidati ai migranti, di cui ora resta un manto di erbacce. Tra l’altro anche innaffiate.
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