
TARANTO – Gestiva un giro di usura, pur essendo agli arresti domiciliari. Il suo nome non suona nuovo a Taranto, Luciano Donati, 55 anni. Nonostante la misura cautelare cui era sottoposto, gestiva indisturbato un grosso giro di soldi, frutto di prestiti da restituire con interessi esorbitanti.
I carabinieri della Compagnia di Taranto hanno stretto il cerchio attorno al nome del 55enne, nell’ambito delle stesse indagini che lo scorso 28 agosto, avevano fatto scattare le manette ai polsi di Angelo Gualano, 41enne tarantino, per usura ed estorsione.
Nei confronti di Donati è stata emessa un’ordinanza restrittiva, dal monento che il 55enne era già sottoposto agli arresti domiciliari. Donati, “data la personalità dell’indagato” – spiegano i carabinieri – sarà trasferito al carcere di San Vittore.
Protagonista del caso che ha portato all’arresto di Gualano, un’imprenditrice tarantina. Donati, in pratica, era la mente e Gualano il braccio. Proprio lui aveva prestato alla donna, in un momento di difficoltà economica, 15mila € con un patto per la restituzione, davvero insostenibile.
La vittima versava infatti, ormai da 6 mesi, tre rate al mese da 600 euro ciascuna, indipendentemente però dai 15mila euro. In pratica i 1.800 euro sborsati mensilmente erano soltanto gli interessi, del 200% rispetto alla somma totale e la cosa sarebbe dovuta andare avanti così, finchè la vittima non avesse avuto la somma intera del prestito iniziale da restituire allo strozzino. Ma l’odissea della povera imprenditrice è finita quando la vittima, disperata, ha deciso di raccontare tutto ad un amico carabiniere. Da qui la denuncia, poi le indagini, chiuse con i due arresti.
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