Cronaca

Controlli alla Consal: gelo tra Ruggeri, Comune e comitato

MURO LECCESE (LE) – Se braccio di ferro non è, poco ci manca. Sui controlli alla Consal di Muro Leccese, la fabbrica che produce alluminio, non è stata ancora scritta la parola fine. Da una parte il Comune e il comitato ‘Salentambiente’, dall’altra la proprietà che fa capo al parlamentare Udc Salvatore Ruggeri.

Il nodo fondamentale che ancora tiene in piedi la procedura per il rilascio dell’Aia, rimane quello legato alla pubblicazione dei dati che deriveranno dai futuri campionamenti sui fumi del nuovo camino installato nel mese di giugno e per il momento ancora non entrato in funzione.

In Conferenza dei servizi, il cui ultimo appuntamento si è avuto martedì, è stato stabilito che certamente saranno campionamenti in continuo, con rilevamenti mensili sulle diossine, a cui si aggiungono quelli sui macroinquinanti, oltre a un piano di monitoraggio in discontinuo per due anni sui terreni nel raggio di 1000 metri e per 3 anni sulle emissioni dal camino.

Per il Sindaco di Muro, Gabriella Cretì, però non basta, tant’è che ha chiesto l’installazione di una centralina elettronica fissa, un monitor, insomma, da collocare in piazza o in municipio e a cui tutti i cittadini possono accedere per controllare i dati. Il tutto a carico dell’azienda. È a questo che Ruggeri si oppone.

Dunque, al di là della valutazione dei costi a carico dell’ente pubblico, per l’azienda non ci sarebbe nulla in contrario alla pubblicazione costante dei dati, che però ritiene sia ‘fuorviante’. La controproposta della ‘Ruggeri Service’ è stata quella di prevedere un biomonitoraggio su aria, terreni, flora e fauna in un’area di 16kmq, ma su questo la valutazione non è ancora arrivata.

Questo non è sufficiente, invece, a tranquillizzare il comitato che per prima ha sollevato la questione, con un intenso reportage fotografico consegnato nelle mani dei carabinieri del Noe, lo stesso che ha dato la stura ai controlli Arpa, effettuati però sul precedente camino attivo fino al 18 giugno scorso. È allora che si accertò lo sforamento dei limiti di diossine, alla base della doppia ordinanza sindacale prima di chiusura e poi di revoca della chiusura dell’impianto.

Ruggeri ora è tranquillo. Tra luglio e agosto, i 16 campionamenti dell’azienda e i 21 della Asl parlano di valori di gran lunga nella norma. “Ma da quelle analisi sui terreni – replicano dal comitato – è emerso che, pur nei limiti di 10ng TE/kg, a sud i valori registrati sono circa 5 volte superiori a quelli registrati a nord. Ciò lascia supporre un impatto maggiore in quella zona, data anche la prevalenza di venti settentrionali. Certo è anche che comunque, quelle concentrazioni di diossine sarebbero fuorilegge, se stessimo in Germania, Svizzera,  Canada o Olanda, dove i limiti sono stati abbassati a 5, 4 o addirittura a 1 ngTE/kg, per tutelare la salute”. I conti, però, si fanno con le leggi italiane.

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